Condannati per una ciste non estratta

Due chirurghi sbagliano l'intervento al ginocchio, ora dovranno risarcire i danni

AVEZZANO. Operano una paziente al ginocchio per asportarle una ciste, ma alla fine, dopo l'intervento chirurgico, si accorge che l'estrazione non era affatto avvenuta. Per tale motivo due medici sono finiti sotto processo e il giudice del tribunale li ha condannati a pagare i danni.

L'episodio è avvenuto nel 2005 in una clinica privata della città, dove la donna era stata ricoverata per l'operazione. Dopo le analisi le era stata diagnosticata la presenza della ciste in un ginocchio e i medici avevano disposto l'intervento per eliminare il problema.  Così la donna, dopo il ricovero, è finita sotto i ferri e i due ortopedici hanno eseguito l'operazione.  La donna è stata dimessa ma, dopo la convalescenza, si è accorta che il problema non era stato risolto.  A quel punto ha fatto nuovi accertamenti e alla fine l'esito è stato inaspettato.

La ciste, secondo quanto emerso dalle nuove radiografie e dalle ecografie eseguite dopo l'intervento, era ancora al suo posto.  In sostanza, secondo l'accusa del pubblico ministero Maurizio Maria Cerrato, l'intervento non era stato portato a termine nel modo prestabilito.  La paziente, difesa dall'avvocato Alfredo Iacone, ha denunciato il chirurgo e il suo aiuto. 

Il giudice unico del tribunale di Avezzano, Emilio Bernardi, ha quindi condannato i due medici a una multa di 200 euro, oltre a un risarcimento nei confronti della parte offesa di quattromila euro come provvisionale, alle quali bisognerà aggiungere le spese processuali. La mancata asportazione della ciste aveva infatti causato alla donna una sorta di invalidità durata circa quindici giorni.  I due ortopedici erano accusati di colpa professionale dovuta a negligenza e imperizia nell'eseguire l'intervento chirurgico. (p.g.)

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