Convitto, nuove carte al vaglio del pm

Una delibera regionale del 2009 prevedeva anche un’altra scuola nella struttura.

L’AQUILA. Strano ma vero: nella sede del Convitto nazionale, crollato con la morte di 3 ragazzi, era stata prevista anche un’altra scuola secondo una delibera regionale di 2 mesi prima del sisma. Un atto, nelle mani della procura, che può far gioco alle difese dei sospettati.

Esiste una delibera della giunta che lo prevede e un atto dell’Ufficio scolastico regionale che richiama la delibera stessa, nel quale si annuncia «La istituzione del centro provinciale per l’istruzione degli adulti all’interno dell’autonomo Convitto Nazionale con contestuale assorbimento degli attuali Centri territoriali permamenti funzionanti in provincia dell’Aquila».

Come a dire che il Convitto nazionale è sicuro anche per la Regione nonostante l’ente avesse ordinato ad Abruzzo Engineering uno studio per il quale il Convitto (come tanti altri palazzi) veniva considerato uno dei tanti edifici a rischio. In particolare secondo la relazione di Abruzzo Engineering l’edificio era ritenuto di vulnerabilità «medio alta». Non poteva essere diversamente, del resto, visto che il Convitto nazionale è stato realizzato verso la fine del 18esimo secolo.
Inoltre, altro fatto singolare, il Convitto nazionale fino a prima del sei aprile 2009 era sede di un seggio elettorale, uno dei più grandi del centro storico.

Insomma ci sono una serie di incongruenza che, al di là delle responsabilità di chi è indagato, meritano una risposta: se il palazzo non è affidabile sotto l’aspetto sismico, come si legge nel rapporto, è lecito chiedersi per quale ragione ci si preveda una nuova scuola e vi si mantenga un seggio elettorale.

Comunque, sempre dagli atti in possesso alla procura, alcuni acquisiti e altri forniti dagli avvocati, si apprende che i lavori di manutenzione erano stati avviati da parte della Provincia. Lo si ribadisce anche in base al fatto che al momento della tragedia erano state già montate delle impalcature.
Intanto, in relazione alla chiusura delle indagini, si è appreso che il 2 febbraio è stato fissato dalla procura l’interrogatorio di Livio Bearzi, il preside della scuola che è accusato insieme al dirigente della Provincia, Vincenzo Mazzotta (anche lui prossimo all’interrogatorio) di omicidio colposo, per non avere sgomberato l’edificio dopo le prime scosse. Sempre in proposito è stata inoltrata dai difensori alla Procura una documentazione per la quale anche secondo l’Avvocatura, il preside non aveva la facoltà di far uscire i ragazzi minorenni. Una tesi, ovviamente, che cozza contro le risultanze della procura e delle parti civili.

NUOVA CASA STUDENTE.
Mentre si attende la fissazione dell’udienza di merito sul ricorso per l’affidamento della gestione da parte della Regione alla Curia (il ricorso è stato inoltrato da studenti esclusi dalla graduatoria) sono allo studio da parte della polizia giudiziaria gli atti che hanno dato seguito all’affidamento; un fatto per il quale si ipotizza il reato di peculato visto che tra 30 anni, la nuova struttura, realizzata con 7 milioni (fondi pubblici) dalla Regione Lombardia, verrà donata alla diocesi aquilana, una liberalità di dubbia legalità. Gli esiti di questa indagine non ci saranno prima di un mese.

DENUNCIA.
Una donna aquilana Marilena Ida Tomei, di Bagno, ha presentato una denuncia alla magistratura per abuso di potere. Infatti nei giorni scorsi ha trovato un operaio che, per conto del Comune, gli stava sigillando il portone della casa inagibile, a sua insaputa. A suo dire per fare questo doveva essere esposto un cartello con le informazioni sul progetto.