Accuse per famiglie rom di Avezzano, Frosinone e Rieti: gare organizzate di domenica nell’area industriale

Corse clandestine, trentuno indagati

Scommesse illegali e violenza privata, l’inchiesta si chiude dopo due anni

AVEZZANO. Trentuno indagati per le corse clandestine di cavalli organizzate lungo le strade del nucleo industriale della città. Si tratta in prevalenza di rom di Avezzano e delle province di Frosinone e Rieti. I reati contestati vanno dall’organizzazione di corse e scommesse clandestine alla violenza privata. A due anni dall’avvio dell’inchiesta, il sostituto procuratore della Repubblica, Stefano Gallo, ha fatto notificare gli atti alle persone coinvolte in quella che fu battezzata operazione «The horse», condotta dai carabinieri della compagnia di Avezzano all’alba del 9 giugno 2008.

L’inchiesta ha accertato che l’organizzazione, formata da diversi soggetti di etnia rom, organizzava corse clandestine di cavalli in alcune strade del nucleo industriale di Avezzano. In prevalenza la domenica. Il sostituto procuratore Stefano Gallo, al termine di un lavoro impegnativo vista la complessità dell’indagine, ha inviato gli atti agli indagati, con i relativi capi di imputazione. Gli stessi hanno venti giorni di tempo per chiedere di essere eventualmente interrogati. Solo successivamente potranno essere avanzate le richieste di rinvio a giudizio. I reati ipotizzati dalla Procura di Avezzano vanno dal concorso in organizzazione di corse e scommesse clandestine alla violenza privata.

Reato quest’ultimo riferito alla chiusura illegale al traffico delle strade dove, quasi ogni domenica mattina, venivano svolte le corse clandestine di cavalli.
I carabinieri, nel corso del blitz, sequestrarono trenta cavalli da corsa e dodici stalle. Una delle stalle era stata ricavata nell’ex inceneritore comunale, abbandonato da una trentina di anni e mai entrato in funzione. I carabinieri del Nas sequestrarono anche materiale sospetto, tra cui farmaci e flebo, durante le perquisizioni domiciliari ad Avezzano, Sora, Cassino, Isernia, Frosinone e Cittaducale (Rieti). Secondo gli inquirenti i farmaci venivano utilizzati per rendere più competitivi i cavalli.

Il blitz all’alba del 9 giugno 2008 fu compiuto da oltre duecento militari con l’impiego di unità cinofile e di un elicottero. Secondo gli accertamenti, l’organizzazione, molto capillare e con ramificazioni tra la Marsica e il Lazio, non lasciava nulla al caso. Infatti era composta da fantini col compito di guidare le bighe, da persone responsabili della raccolta delle scommesse e da vedette pronte a dare l’allarme in caso di pericolo. Già prima del blitz dei carabinieri, il Centro, raccogliendo le testimonianze di alcuni cittadini, aveva denunciato quanto avveniva nella zona industriale della città.

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