«Così ho cacciato tre rapinatori da casa»

Il drammatico racconto dell’uomo che ha respinto i banditi difendendo i genitori. Il padre: ha combattuto come un leone

TORNIMPARTE. L’occhio destro tumefatto farà male a lungo, oggi i chirurghi del reparto maxillo-facciale dell’ospedale San Salvatore cercheranno di ricostruire la sacca del bulbo oculare che si è rotta con il colpo ricevuto in volto con chissà quale oggetto. Ma poco importa. Quel che conta per Angelo Carnicelli, l’imprenditore edile di Villagrande di Tornimparte che nella notte tra giovedì e venerdì ha combattuto contro tre banditi in casa, è di essere tutto intero. E che tutti interi siano gli anziani genitori, Gabriele e Italia. Gabriele, 80 anni, a dire il vero si è ritrovato con una tumefazione in testa, il naso ferito («ma non rotto», precisa) e la caviglia fratturata. Poteva andare peggio, visto come si sono messe le cose nella notte orribile in cui il figlio ha «combattuto come un leone» contro tre rapinatori. «Non posso dire di avere avuto paura. Soltanto tanta rabbia, perché è inconcepibile che delle persone entrino nella tua casa, in cui dovresti stare tranquillo, per violare la tua intimità», dice Angelo passandosi la mano sulla testa piena di lividi «che si sono già molto sgonfiati, perché mio figlio è forte», precisa la madre Italia. La voce e lo sguardo di Angelo non tradiscono nemmeno un po’ di timore, e racconta com’è andata davanti al caminetto seduto tra i genitori. Certo, ora al portone d’ingresso c’è una serratura blindata, dopo che i ladri hanno scardinato quella vecchio tipo con un semplice piede di porco. «Inaccettabile anche che uno si debba blindare in casa sua», aggiunge. «Li ho sentiti la prima volta alle 3,22 quando è caduto a terra il chiavistello rotto ma poi, essendo tornato il silenzio, mi sono riappisolato», racconta, «ma ho il sonno leggero e dopo un po’ mi sono alzato. Quando ho aperto la porta della camera mi sono trovato di fronte un uomo che mi ha colpito in testa con una torcia. Uno di loro mi ha puntato addosso una pistola e a quel punto mi sono avventato anche io per difendermi, scaraventando uno di loro dalle scale». Ed è il ladro che ha perso il berretto di tipo “mefisto” e le scarpe. Una colluttazione concitata, tre contro uno, nella quale è incappato anche il padre. Alla fine l’imprenditore è riuscito a ricacciare i rapinatori verso la porta e a buttarli fuori anche con l’aiuto di uno sgabello, mentre quelli tentavano di rientrare. «È stata una lotta per la sopravvivenza», dice Angelo, che si è accorto che i tre rapinatori avevano lasciato all’ingresso i pantaloni del padre e la borsa di Italia, segno che sono saliti nelle stanze superiori più volte, indotti forse dal silenzio: non potevano sapere che al secondo piano dormiva un’altra persona. «Mi colpivano di continuo sulla testa e sul volto con degli oggetti», aggiunge Angelo, che si è rotto due dita dei piedi. Trenta giorni di prognosi per padre e figlio, duemila euro il valore dei preziosi trafugati.

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