Cotugno, il Tar non decide e nomina il perito verificatore

I ricorrenti preoccupati: gli stessi atti della Provincia dicono che l’edificio è a rischio «Il fabbricato, tranne palestra e aula magna, non ha i requisiti adeguati di staticità»

L’AQUILA. Slitta il verdetto del Tar sulla richiesta di annullamento della decisione della Provincia che ha disposto la ripresa delle lezioni al Liceo Cotugno.

PERIZIA. Il collegio, dunque, ha affidato a un verificatore un’analisi documentale con il compito di rispondere al solito quesito: qual è lo stato di sicurezza dell’edificio di via Leonardo da Vinci dal punto di vista dell’idoneità statica e agibilità sismica? La relazione dovrà essere depositata tra 15 giorni mentre la camera di consiglio ci sarà il 10 maggio a meno di un mese dalla fine dell’anno scolastico. Il compenso al verificatore, a carico della Provincia, è di 300 euro. Il ricorso è sottoscritto da una quarantina di persone compresi gli avvocati che lo hanno redatto, Rosario Panebianco e Luciano Dell’Orso.

I TIMORI. I ricorrenti si dicono molto preoccupati sulla sicurezza del Cotugno e questo, paradossalmente, sulla base degli atti esibiti proprio dalla Provincia che resiste nel giudizio. Ci sono alcuni passi che, in effetti, non sono proprio rassicuranti. «I bassi risultati delle prove sui calcestruzzi effettuate diffusamente su diversi elementi strutturali dei Corpi F e G evidenziano una bassa resistenza caratteristica a compressione, tale da non garantire un residuo di affidabilità alle azioni sismiche». Questo è uno stralcio di una relazione dello scorso febbraio firmata dal Rup della Provincia. Poi, evidentemente, altre valutazioni sono state di segno diverso. Secondo i ricorrenti questo edificio, come molti altri, non soddisfa i requisiti minimi di resistenza ai carichi verticali.

STATICA. «Questa circostanza», dicono, «riguarda, perlomeno a quanto si sa, solo il Cotugno, ed è stata sempre taciuta dagli amministratori, ma ciononostante emerge con assoluta evidenza dai documenti in possesso della Provincia, ed è di rilevante gravità, poiché si riferisce alla statica del fabbricato e prescinde da eventi sismici che potrebbero produrre danni più severi per questa deficienza. Per essere più precisi, la resistenza ai carichi verticali è la capacità di un edificio di sopportare, in condizioni normali, i pesi propri della sua costruzione (i carichi permanenti) più quelli determinati dall’uso al quale è destinato (i carichi accidentali). Nel caso delle scuole sono il peso di studenti, professori, personale, arredi e, in genere, di tutti gli elementi non facenti parte della costruzione. Mentre i primi sono determinati dal tecnico che progetta l’edificio o che effettua la verifica di sicurezza di un palazzo esistente, i secondi sono individuati dalla legge, la quale dispone che per gli edifici strategici essi non debbano essere inferiori a 350 kg come, per esempio, nei locali del Tar». «Nel caso del Cotugno, tutto il fabbricato», proseguono, atti alla mano, «con l’eccezione della sola aula magna e della palestra, è risultato non soddisfare tali requisiti minimi, poiché la verifica ha dato risultati positivi solo se carichi accidentali vengono ridotti a meno di 200 kg al metro quadro; inoltre, con riferimento al Corpo F, la stessa verifica risulta negativa anche dopo aver ridotto i carichi accidentali al 50% (meno di 200 kg/mq)». Poi la ditta che certifica la sicurezza, in un verbale, asserisce due cose importanti. Ovvero che in quasi tutti i corpi di fabbrica «le verifiche permettono di stabilire che l’uso dev’essere modificato imponendo la limitazione dei carichi accidentali ridotti del 50 per cento». E ancora. «Il fatto che nelle relazioni si dica che, in alcuni casi, siano soddisfatti i carichi con risultati ridotti del 50 per cento, risulta grave considerando il numero di studenti e personale».

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