Crolli, 17 richieste di rinvio a giudizio

Casa dello studente e Convitto nazionale, il pm contesta omicidio colposo e lesioni. Rimaste le accuse all’ex assessore Luca D’Innocenzo Ora sarà il gup a fissare l’udienza preliminare

L’AQUILA. «Tutti gli accusati per i crolli della Casa dello studente e del Convitto nazionale, devono essere processati». La procura, dunque, non fa sconti e ha chiesto il giudizio per le 17 persone già coinvolte in queste due tragedie segnate da undici giovani vite spezzate.

CASA DELLO STUDENTE. Le cause del crollo della Casa dello studente, secondo la procura, partono dall’epoca della costruzione nel 1965 e arrivano ai giorni nostri con le recenti ristrutturazioni. Questa la ragione per la quale tra i 15 accusati ci sono gli esecutori degli ultimi lavori compreso chi lo realizzò. Quanto alle ipotesi di reato per il crollo, in seguito al sisma, costato la vita a otto ragazzi, non ci sono sorprese. Le ipotesi contestate a tutti sono omicidio colposo, disastro colposo e lesioni per lo shock patito dai sopravvissuti, oltre alle violazioni di leggi antisismiche in relazione alle ristrutturazioni effettuate tra il 1994 e il 2003.

Per la casa dello studente dunque sono imputati: Claudio Botta, 89 anni, aquilano, ingegnere progettista; Giorgio Gaudiano di Roma, (78), responsabile del collaudo per l’acquisto dello stabile da parte del Consiglio di amministrazione dell’Opera universitaria; Walter Navarra, aquilano, (62) ingegnere incaricato dal Cda dell’Opera di verifiche sul palazzo; Bernardino Pace, di Pratola Peligna (52) progettista e direttore dei lavori di ristrutturazione dello stabile; Carlo Giovani, aquilano, (43), direttore dei lavori di resturo per conto della Regione; Pietro Centofanti, di Sulmona, (49), progettista e direttore dei lavori di restauro dello stabile; Tancredi Rossicone, di Scanno (52), progettista e direttore dei lavori di restauro; Massimiliano Andreassi aquilano, (40), progettista e direttore dei lavori di restauro e controlli; Pietro Sebastiani, aquilano, (49) presidente commissione di collaudo dei lavori nei restauri; Luca Valente, aquilano (47), direttore dell’Azienda per il diritto agli studi universitari; Luca D’Innocenzo, aquilano (33 anni) ex presidente dell’Adsu.

Imputate, ma solo ai fini di azioni risarcitorie verso gli eredi, anche 4 persone decedute da anni: Antonio Miconi, Remo Ponzi, Igino Angelini ed Ettore Pietrosanti. «Fa piacere» commenta l’avvocato di parte civile Simona Giannangeli, «che l’indagine vada avanti in fretta in modo da conoscere, prima possibile, la verità e le colpe».

CONVITTO
. Nessuna sorpresa per l’altro filone dove rischiano il processo il preside del Convitto, Livio Bearzi (53) di Udine, e Vincenzo Mazzotta (44) anni dirigente della Provincia.

I due sono accusati di omicidio colposo per condotte commissive e omissive per la morte di tre minorenni che dormivano nella vecchia struttura al momento del sisma. Bearzi, più in particolare, è accusato di non avere valutato la inadeguatezza dell’edificio dal punto di vista sismico, mai sottoposto a ristrutturazione, privo di certificati di idoneità statica. Da definire da parte del gup la data dell’udienza preliminare. Si terrà, comunque, in primavera.