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Crollo con nove vittime all'Aquila, tutti assolti gli imputati

Nessun colpevole per l'edificio collassato in via XX Settembre 79

L'AQUILA. Tutti assolti per non aver commesso il fatto. Si è chiuso così, in primo grado, il processo contro i cinque imputati per il crollo dell'edificio in via XX Settembre 79, nel quale persero la vita, la notte del terremoto, nove persone. Così ha deciso il giudice unico Giuseppe Nicola Grieco. Il pubblico ministero Fabio Picuti aveva concluso chiedendo l'assoluzione degli imputati.

Il condominio di via XX Settembre 79, realizzato 50 anni fa, è crollato a causa del progetto che, per alcuni aspetti, è stato definito come il «peggio del peggio», per i materiali deteriorati e forse, per il 5 per cento, dalle vibrazioni del vicino edificio Belvedere realizzato successivamente. Questi  concetti sono stati  ribaditi nel corso della penultima udienza dai due periti del giudice, gli ingegneri Antonino Morassi e Alberto Castellani.

 Il processo vedeva imputati per omicidio colposo coloro che hanno realizzato il nuovo edificio. Si tratta dei costruttori Armido Frezza e Francesco Laurini, oltre che dei loro collaboratori Diego Scoccia, Pietro Paoloni, Enrico De Cristofaro. I due esperti hanno comunque aggiunto che il vecchio condominio «Cioni-Berardi» sarebbe crollato comunque a causa delle scosse e che «si sarebbe dovuto evacuare già all’inizio dello sciame sismico». Sono stati rappresentati due diversi scenari sulle cause del crollo ma, al di là dei dubbi che su questa tragedia ci saranno sempre, le lacune costruttive di quell’edificio (progettisti ed esecutori sono deceduti da molti anni) alla fine sono stati un elemento che più degli altri ha influito sulla decisione.

Nella precedente udienza il pm Fabio Picuti aveva chiesto l’assoluzione per tutti visto che non ha riscontrato indizi sufficienti a reggere le contestazioni. Sempre secondo i periti, pur senza le vibrazioni del palazzo accanto i tempi del crollo sarebbero stati gli stessi.