Crollo Convitto: il 23 ottobre decide la Cassazione

L’AQUILA. Fissato in Cassazione il primo processo sui crolli in seguito al terremoto che in tal modo verrà definito con una decisione inappellabile. Infatti è previsto per il 23 ottobre, davanti al...

L’AQUILA. Fissato in Cassazione il primo processo sui crolli in seguito al terremoto che in tal modo verrà definito con una decisione inappellabile.

Infatti è previsto per il 23 ottobre, davanti al giudici della Suprema corte, il processo per il crollo del Convitto nazionale nel quale persero la vita tre minorenni. Si tratta di Luigi Cellini di Trasacco e di due ragazzi stranieri, Marta Zelena e Ondreyi Nouzovsky.

Gli imputati sono l’ex preside Livio Bearzi, che in primo grado fu condannato a quattro anni di carcere per omicidio colposo plurimo confermati in appello, e Vincenzo Mazzotta, ex dirigente della Provincia, che fu assolto con ampia formula in primo grado ma il pm fece ricorso e in appello venne condannato a 2 anni e mezzo: una sorpresa a fronte dell’assoluzione in primo grado e al risarcimento pagato dalla Provincia.

Il Convitto nazionale era un edificio costruito due secoli fa e pertanto doveva essere evacuato secondo l’accusa ma il preside, ha sempre sostenuto la difesa, non aveva alcun potere al riguardo visto che il Convitto, essendo una scuola, poteva chiuderlo solo il sindaco. Bearzi, secondo i giudici, operò in spregio del piano di sicurezza vigente e delle più elementari norme cautelari che in quel momento niente altro imponevano se non di fare uscire i minorenni come già avvenuto nei giorni precedenti. Impose ai più piccoli di restare nelle loro stanze come se fossero sicure azzerando ogni percezione delle ben note condizioni della struttura. A Mazzotta, all’epoca dirigente dell’ente con particolare riferimento alle sedi scolastiche, erano mosse accuse simili.

Comunque va ricordato che Bearzi aveva anche sostenuto di essere stato rassicurato dagli esperti della commissione Grandi rischi ma quelle sue affermazioni, per quanto credibili, non furono mai tenute in considerazione dai giudici di primo e secondo grado.

Nelll’udienza camerale in Corte di Cassazione gli accusati saranno assistiti dagli avvocati Paolo Enrico Guidobaldi e Antonio Mazzotta. Le parti civili sono assistite dagli avvocati Antonio Milo e Stefano Rossi.

(g.g.)

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