Crollo in via Rossi, chiesti quattro anni

Accuse al progettista dei restauri del palazzo dove morirono 17 persone: si sarebbe dovuto accorgere che era fragile

L’AQUILA. Secondo il pm Fabio Picuti c’è un solo responsabile per il crollo del palazzo di via Generale Rossi, in centro storico, dove sono morte 17 persone. Si tratta dell’ingegnere Diego De Angelis, progettista dei lavori di ristrutturazione di quel palazzo nel quale ha trovato la morte anche la figlia. Per lui il magistrato ha chiesto la condanna a quattro anni di reclusione per omicidio colposo plurimo. Lo stesso magistrato ha invocato l’assoluzione per l’ingegnere Davide De Angelis, fratello di Diego, che fu collaudatore dei lavori, e per il titolare dell’impresa edile che nel Duemila fece i lavori di restauro, Angelo Esposito. Le due richieste di assoluzione sono la diretta conseguenza della perizia disposta dal giudice Giuseppe Romano Gargarella, secondo la quale il palazzo fu realizzato negli anni Cinquanta in modo tanto pedestre, e con materiali scadenti, al punto che la discussa ristrutturazione comunque non ha avuto alcuna incidenza sull’implosione del fabbricato.Infatti gli esperti hanno escluso che il crollo sia stata la conseguenza, come diceva l’accusa, di un appesantimento del tetto in seguito ai restauri.

Il pm, evitando l’errore di contestare le risultanze dell’analisi tecnica disposta dal giudice, è voluto andare oltre. E ha contestato come in occasione dei restauri non ci fu alcuna verifica sulla staticità. Si contestano delle omissioni nei calcoli che non emergono dalle documentazioni. A suo dire, se quei calcoli fossero stati fatti, l’accusato si sarebbe reso conto della fragilità del palazzo. E, per certi aspetti, non impedire un reato che si ha l’obbligo giuridico di evitare, equivale a causarlo. Il suo intervento è stato particolarmente duro e infatti ha tenuto a precisare di non avere dimenticato il dramma patito da Diego De Angelis. Dopo di lui ci sono stati interventi delle parti civili e nella medesima direzione si sono espressi gli avvocati Ciucci, Della Vigna e Piccioni. Gli altri avvocati di parte civile hanno presentato memorie scritte. La prossima udienza si terrà giovedì 18 e dovrebbe essere decisiva visto che ci saranno gli interventi degli avvocati che difendono i tre imputati: Giampiero Berti de Marinis, Luca Ercole e Attilio Cecchini.

Non si può escludere che, se i tempi non si dilateranno oltre misura, la sentenza possa essere pronunciata da Romano Gargarella proprio nella giornata del 18 ottobre.

Naturalmente a fronte del procedimento squisitamente penale ci sono delle richieste di risarcimento dei danni per decine di milioni di euro al vaglio in sede civile.

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