Crollo sede Ingegneria, ridotte le pene

Un anno e dieci mesi al direttore dei lavori e a quello del cantiere. Pronto il ricorso in Cassazione

L’AQUILA. Pene ridotte nel processo d’Appello per il crollo della sede della facoltà di Ingegneria di Roio. Una struttura che adesso è stata restituita agli studenti.

Il direttore dei lavori, Ernesto Papale, e quello di cantiere, Carmine Benedetto, si sono visti ridurre la pena a un anno e 10 mesi ciascuno.

La Corte ha inoltre deciso l’eliminazione della pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici.

L’accusa aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado, insistendo, in particolare, sul mancato rispetto, durante l’esecuzione dei lavori di realizzazione della struttura, del progetto e delle normative vigenti.

I difensori dei due imputati hanno annunciato di ricorrere in Cassazione per cancellare le condanne. Che, se l’iter giudiziario sarà lungo, potrebbero anche essere prescritte. Infatti il solo reato contestato è di disastro colposo.

A nulla vale la considerazione di alcuni periti di accusa per i quali se il crollo ci fosse stato durante le ore di lezione ci sarebbero potuti essere anche duemila tra morti e feriti. In primo grado erano stati assolti altri cinque imputati: i progettisti Gian Ludovico Rolli, Giulio Fioravanti, Massimo Calda, e i collaudatori Sergio Basile e Giovanni Cecere, per i quali erano state chieste delle condanne.

Sempre per quanto riguarda le sentenze sui crolli, nella giornata di dopodomani ci dovrebbe essere la conclusione del processo sul crollo del palazzo di via Generale Rossi che insisteva su via XX Settembre. Una tragedia nella quale morirono 17 persone e per la quale è imputato l’ingegnere Diego De Angelis che si occupò dei restauri di quell’edificio realizzato 60 anni fa.

Il pm ha chiesto la conferma della condanna di primo grado ma secondo le difese ci sono tutti i presupposti per far assolvere De Angelis. Altri imputati sono stati assolti nel corso del processo di primo grado.

L’imputato è assistito dagli avvocati Attilio Cecchini e Giampiero Berti de Marinis.

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