Crollo via XX Settembre 79 Il pm: assoluzione per tutti

Picuti: «La consulenza tecnica non chiarisce le responsabilità dei 5 imputati» Ma il giudice ha deciso di riascoltare i periti. Prossima udienza il 9 dicembre

L’AQUILA. «I cinque imputati vanno assolti». Questa la richiesta in aula del pubblico ministero al termine della requisitoria del processo per il crollo del palazzo di via XX Settembre 79 dove morirono nove persone. Il processo è alla stretta finale ma avrà una coda inattesa. Il giudice Giuseppe Nicola Grieco ha deciso di risentire i periti disponendo, se necessario, l’accompagnamento coattivo. Quindi la sentenza slitta all’udienza del 9 dicembre. Alla base della richiesta del pm vi è il fatto che, a suo dire, e secondo le parti civili, la perizia disposta per capire le cause del cedimento strutturale non definirebbe a fondo le responsabilità. Nel processo sono imputati, per omicidio colposo plurimo e lesioni gravi, costruttori e tecnici che realizzarono il nuovo palazzo Belvedere: Armido Frezza, Francesco Laurini, Diego Scoccia, Pietro Paoloni, Enrico De Cristoforo. Le parti civili hanno chiesto danni per milioni di euro. Nel corso dell’udienza di ieri il pm Fabio Picuti ha ritenuto che, sulla scorta delle generiche conclusioni dei periti, non è possibile attribuire colpe agli accusati. Un punto resta fermo: il palazzo era stato realizzato malissimo circa 50 anni fa e sarebbe crollato comunque in quanto vulnerabile in relazione alla progettazione, alla forma e per il cemento che, a causa degli anni, si era deteriorato. Ma coloro che lo realizzarono sono tutti morti da anni. A quel punto bisogna vedere se, oltre al sisma, la presenza del vicino palazzo Belvedere possa avere contribuito alla tragedia. Secondo il pm è possibile, in quanto il giunto sismico non era vuoto ma riempito con polistirolo e macerie. Ma questo non basta a imputare gli accusati. I periti (i docenti Morassi e Castellani), come ha osservato il pm, non hanno mai precisato in che misura abbiano avuto peso le vibrazioni provenienti dal vicino palazzo realizzato dai sospettati. Infatti nella perizia si parla di «effetto poco significativo» e altri frasi generiche. Ma nel definire la perizia «carente» Picuti ha anche ammesso l’ipotesi che non sia umanamente possibile fornire una risposta esauriente. Nel suo intervento il pm ha elogiato, a più riprese, le conclusioni di Gregorio Equizi, legale di parte civile, in analogia con le sue metodologie di giudizio.

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