D’Ercole lascia L’Aquila sarà vescovo di Ascoli

Nominato dal Papa proprio nella città natale dell’arcivescovo Petrocchi Arrivò nel capoluogo nel dicembre 2009, molti i momenti tormentati e difficili

L’AQUILA. Il vescovo ausiliare dell’Aquila monsignor Giovanni D’Ercole è stato nominato da Papa Francesco vescovo di Ascoli Piceno diocesi che ha per santo protettore Sant’Emidio, invocato anche all’Aquila come protettore dai terremoti. Ascoli tra l’altro è la città natale dell’arcivescovo dell’Aquila Giuseppe Petrocchi. Monsignor D’Ercole era arrivato nel capoluogo di regione nel dicembre del 2009. Il compito che gli era stato affidato da Papa Benedetto XVI era quello di dare un sostegno all’attività pastorale dell’allora arcivescovo monsignor Giuseppe Molinari. Il terremoto dell’aprile del 2009 aveva avuto fra i danni collaterali anche il crollo (in molti casi) e l’inagibilità di tutte le chiese della diocesi. Inoltre già da tempo erano note le difficoltà economiche in cui versava la Curia aquilana con debiti misurabili in milioni di euro. Insomma D’Ercole doveva dare una sistemata alla situazione e, quando Molinari sarebbe andato in pensione, prenderne il posto. In realtà D’Ercole ha potuto fare ben poco. La convivenza con l’arcivescovo titolare è stata complicata da cordate curiali che di fatto hanno messo l’ausiliare in un angolo. Sono poi arrivate inchieste giudiziarie nelle quali è stato coinvolto lo stesso D’Ercole accusato di rivelazione di segreto relativo a un procedimento penale (il famoso caso Traversi), accuse da cui poi è stato prosciolto totalmente. Nell’ambito di quel procedimento vennero fuori delle imbarazzanti intercettazioni telefoniche che lo stesso D’Ercole definì più tardi «una mia caduta di stile». La conseguenza di tutto ciò è stata la progressiva emarginazione di D’Ercole all’interno della Curia guidata da Molinari tanto che la sua successione all’arcivescovo – mandato in pensione nel giugno del 2013 – venne meno e all’Aquila è stato inviato da Papa Francesco monsignor Giuseppe Petrocchi che ha avuto in questi mesi in D’Ercole un fedele e rispettoso collaboratore. Ma la permanenza all’Aquila del nuovo vescovo di Ascoli non poteva andare avanti troppo a lungo. Per questo si può dire che da oggi la diocesi dell’Aquila cambia definitivamente pagina chiudendo anni che – per responsabilità plurime – non saranno certo ricordati come i migliori della Chiesa aquilana.

Le vicende «chiacchierate» hanno tolto anche quell’autorevolezza all’autorità religiosa che adesso con Petrocchi sta pian piano tornando. Una mancata autorevolezza che ha finito per emarginare e penalizzare il ruolo della Chiesa aquilana persino nella ricostruzione degli edifici sacri. (g.p.)

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