D’Innocenzo: puntare a un’unione progressista

Intervento del rappresentante di “Territorio Collettivo politico territoriale” «Vogliamo gli stessi diritti e gli stessi servizi al centro come in periferia»

L’AQUILA. Luca D’Innocenzo di “Territorio Collettivo” fa un’analisi della situazione politica aquilana con uno sguardo alle prossime elezioni. «Dal punto di vista amministrativo si sta per chiudere la lunga sindacatura di Massimo Cialente», scrive D’Innocenzo. Che spiega: «Dal punto di vista politico non esiste più il bipolarismo, non esiste più il centrosinistra del ventennio passato - aggiunge -. E dopo la fine del bipolarismo è però uscito sconfitto anche il modello di sovrapposizione Pd-Stato, Pd-Istituzioni, che ha trovato nel Referendum l’apice dello scontro». Insomma, il risultato referendario pesa come un icerberg nel mare agitato delle forze politiche nazionali in attesa che il Parlamento approvi una legge elettorale condivisa. «Si può dire che è chiusa dunque un’epoca e sarebbe un grande errore non tenerne conto e arrivare alle elezioni comunali con schematismi geometrici figli di un’epoca al tramonto», aggiunge D’Innocenzo parafrasando l’attuale quadro politico. «Il cuore delle elezioni comunali aquilane non è il destino del Pd, né quello di una qualsivoglia “cosa rossa” - prosegue -. E nessun progetto o proposta politica può costruirsi per contrapposizione all’una o altra soggettività». Insomma, sarebbe un errore «piegare la discussione sull’Aquila a queste geometrie». Secondo D’Innocenzo occorre chiedersi che tipo di comune vogliono gli aquilani. «Un comune armonico», suggerisce. «Dove diritti urbani e servizi pubblici non cambino tra centro storico e periferia, quartiere e quartiere, città e frazioni - chiarisce -. Un comune inclusivo: dove la dimensione urbana e collettiva non riproduca e accentui le disuguaglianze aumentanti nella società, ma al contrario le sappia ridurre e ammortizzare». Non solo. «Un comune pubblico: dove città pubblica, spazi pubblici e servizi pubblici recuperino centralità, diffusione, funzionalità, tali da contrastare la parcellizzazione e frammentazione del territorio e privatizzazione dell’intera sfera della vita quotidiana - scandisce D’Innocenzo -. Un comune democratico: dove convivano valore della buona rappresentanza, cogestione e responsabilizzazione cittadina dei beni comuni, partecipazione alle scelte sullo spazio urbano, mediazione istituzionale come garanzia per l’intera cittadinanza». L’obiettivo è quello di una città vivibile, accessibile, attrattiva. E lo strumento, secondo D’Innocenzo, è uno solo: «Un’Unione civica-progressista per la città dell’Aquila, che sappia mobilitare le idee e le persone». Facendo dei cittadini i «protagonisti di un territorio davvero collettivo».