Da Nuova Etruria un’apertura per i risarcimenti

Giovedì l’ad Roberto Bertola incontrerà i risparmiatori Jonvalle: «Vogliamo una soluzione per tutti i beffati»

Ora i correntisti li vogliono incontrare tutti. L’amministratore delegato di Nuova Banca Marche annuncia la «disponibilità a un confronto». Roberto Bertola, amministratore delegato di Nuova Banca Etruria, l’incontro coi risparmiatori l’ha già fissato: giovedì 7 gennaio. Ad Arezzo. Il luogo sarà comunicato all’ultimo momento, per evitare manifestazioni di protesta da parte di chi ha perso tutti i risparmi nel crac di Banca Etruria, Cassa di risparmio di Ferrara, Banca Marche e Carichieti.

SOLDI PER TUTTI

Ma pochi o tanti, non farà differenza. I rappresentanti degli obbligazionisti sanno già cosa dire a Bertola: niente scorciatoie, niente rimborsi solo per chi ha perso tutto. «Ci aspettiamo una soluzione “erga omnes” che abbia efficacia per tutti», esordisce Giovanni Jonvalli, consulente aziendale fiorentino che per il gruppo “Vittime del Salva-banca” è uno dei referenti tecnici. Insieme a Letizia Giorgianni, portavoce del gruppo, ha protestato davanti a Banca Marche, in rappresentante degli obbligazionisti di Banca Etruria. E spiegato come i correntisti toscani intendono muoversi contro Etruria: «Esigiamo dalla banca», prosegue, «soluzioni che non siano legate né al reddito dei risparmiatori, né alle percentuali di capitali investito nelle obbligazioni spazzatura». In parole povere, il gruppo Vittime del Salva-banche è contrario a qualunque soluzione che preveda rimborsi solo per le persone meno abbienti o per chi ha investito quasi tutti i propri risparmi in bond subordinati di Banca Etruria, come i correntisti dell’Aquila e di Pizzoli.

NO A RIMBORSI ANTICIPATI

«Non a caso», evidenzia Jonvalli, «avremmo anche consigliato ai nostri membri di non accettare la proposta che sembrava avanzare il ministero delle Finanze, soprattutto per i correntisti con le situazioni più critiche: accettare un prestito a titolo di anticipo sul rimborso, che sarebbe arrivato una volta disponibile il fondo da 100 milioni che lo Stato ha previsto. In cambio di questo rimborso anticipato, infatti, le persone avrebbero dovuto rinunciare a qualsiasi azione futura contro la banca. Una condizione inaccettabile, illegittima», accusa Jonvalli, «soprattutto se si pensa che il rimborso proposto avrebbe dovuto essere del 30% del capitale investito». Il problema, comunque, non si dovrebbe porre. Infatti, l’ipotesi circolata per qualche ora, è stata rivista e corretta dal Mef: il ministero conferma la volontà di anticipare il più possibile i rimborsi, ma di non erogarli prima di aver emanato i decreti con i criteri che stabiliscano a chi devono essere restituiti i soldi persi.

VENDERE PER RIMBORSARE

In attesa della definizione di questi requisiti, la battaglia dei correntisti di Etruria prosegue «affinché tutti abbiano un ristoro», ribadisce Letizia Giorgianni, «perché non è pensabile che la situazione sia liquidata con rimborsi anticipati per poche centinaia di risparmiatori, meno di 700 secondo quanto si diceva in questi giorni: solo in Toscana siamo in 12.000 clienti di Etruria. Probabilmente, il tentativo è di risarcire i risparmiatori nelle situazioni più critiche, per prendere tempo in attesa di vendere le nuove banche». Una volta vendute le quattro nuove banche nate dalle ceneri di quelle commissariate, infatti, l’idea dei vertici è «di non dovere più nulla a nessuno. Ma è ridicola la sola idea che le new bank pensino di non essere in continuità con quelle vecchie», denuncia Jonvalle, «dal momento che hanno stesso personale, stesse sedi, stessi conti correnti e clienti». Proprio perché la continuità è «evidente anche dal punto di vista giuridico, il ricavato della vendita delle new bank dovrà essere impiegato per rimborsare tutti i clienti ai quali sono state piazzate obbligazioni subordinate».

VALANGHE DI CAUSE

Per far capire che su questo fronte i risparmiatori di Etruria non faranno sconti a nessuno, Jonvalle annuncia che «promuoveremo cause individuali contro le new bank in modo da renderle meno appetibili per il mercato. Chi si avvicina a istituti di credito aggrediti da migliaia di cause?».

AL TAR CONTRO BANKITALIA

Questa non è l’unica incognita a pesare sulla situazione. Già in settimana dovrebbero partire tre ricorsi al Tar contro i provvedimenti di Bankitalia: quello per la liquidazione delle vecchie banche, quello per la cessione dei crediti attivi e quello per l’azzeramento delle obbligazioni subordinate. «I ricorsi», evidenzia Jonvalle, «saranno impostati in modo che il giudice amministrativo possa anche sollevare un dubbio di costituzionalità sui provvedimenti di Bankitalia».

AZIONI A GARANZIA

Però un ricorso alla Consulta non ha certo tempi brevi. Quindi i correntisti hanno bisogno di tutele immediate per i crediti vantati nei confronti degli istituti bancari. «Un’ipotesi», anticipa Letizia Giorgianni, «potrebbe essere che le banche, a cominciare da Etruria, dessero ai risparmiatori azioni di un valore pari alle obbligazioni subordinate azzerate. Si deve parlare di azioni liquidabili, da tenere come garanzia fino all’arrivo del rimborso con il fondo da 100 milioni previsto dallo Stato». Le proposte, comunque, i risparmiatori da Nuova Etruria le aspettano giovedì. «Quando si vedrà subito se c’è disponibilità a trattare». Partendo dal rimborso del 100% per ciascun cliente.

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