la missione 

Dall’Aquila alla Palestina clownterapeuta in viaggio

L’AQUILA. Sono partiti in 22, dall’India, dalla Spagna e dall’Italia, alla volta del confine palestinese. Naso rosso, camici multicolore e un sorriso da difendere in un momento particolarmente...

L’AQUILA. Sono partiti in 22, dall’India, dalla Spagna e dall’Italia, alla volta del confine palestinese. Naso rosso, camici multicolore e un sorriso da difendere in un momento particolarmente delicato. È questo l’obiettivo della sesta missione dei clown inviati in zone remote e spesso dimenticate dai media internazionali. Tra loro, in questo gruppo, c’è Thea Valentina Gardellin, in arte dottoressa “Olga del Volga”. Originaria del Veneto, è arrivata all’Aquila l’8 ottobre dello scorso anno, dopo aver vinto un bando per le scuole d’infanzia Casetta Fantasia e Silvestro dell’Aquila e alla primaria De Amicis. Di professione fa l’insegnante d’inglese, la traduttrice e l’interprete, ma di fatto è una clownterapeuta, con tanto di tesi di laurea a tema, discussa poco prima del trasferimento nel capoluogo.
«Preferisco definirmi clown di corsia», dice di sé, «è più essenziale, meno complesso, così come dovrebbe essere un clown anche se, nell’anima clown, scorrono sempre tante domande perché esso è, per natura, curioso di sapere». Proprio questa sua vocazione l’ha spinta a far parte di questa delegazione che, sino a fine mese, sarà tra Nazareth, Betlemme, Gerusalemme. «Il messaggio che arriva alle genti che si vanno a incontrare», sottolinea, «non ha bisogno di parole per essere percepito e sentito. I colori, le magie, i palloncini, lo stringersi le mani e il guardarsi negli occhi, il sorriso e a volte anche qualche lacrima, gli abbracci, la musica e i microspettacoli che prepariamo prima di partire sono più forti delle parole. In Palestina diremo alle persone che non li abbiamo dimenticati, che non sono soli. Che quella parte di Occidente che sembra voltare lo sguardo altrove per la propria assenza, in realtà c’è ed è lì con loro. Presteremo servizio anche in un campo beduini dove hanno portato 150 bambini da Gaza per proteggerli dalla guerra».
La delegazione è partita da Roma e Venezia per volare a Tel Aviv. «La nostra associazione solitamente organizza una missione o due all’anno”, spiega Gardellin. «India, Nepal, Tanzania, Kenya, Brasile, Palestina, Romania sono alcuni dei luoghi raggiunti. Spesso orfanotrofi, campi profughi, ospedali». I clown di corsia operano volontariamente in strutture sanitarie, sono impegnati in case di cura, residenze anziani oppure coi ragazzi diversamente abili, con le persone affette da Alzheimer. A volte la missione riguarda luoghi dove eventi tragici richiedono anche il loro supporto, come nelle zone colpite dal sisma. (fab.i.)
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