Danni alle sedi, l'Ateneo batte cassa

Di Orio invia al ministro un elenco di interventi per 70 milioni di euro

L'AQUILA. Settanta milioni di euro. Questa la somma indicata dall'Università per la risistemazione di una serie di edifici danneggiati dal terremoto e il recupero dell'ex San Salvatore. Soldi che, ad oltre 22 mesi dal sisma, mancano ancora all'appello.

Una situazione di grave difficoltà che ha spinto il rettore Ferdinando di Orio a scrivere al ministro dell'Università, Mariastella Gelmini e - per conoscenza - al ministro delle Infrastrutture e al presidente della Regione. «La ricostruzione degli edifici dell'Università» scrive il rettore «è ferma allo stato in cui il sisma l'ha lasciata, fatta eccezione per alcuni interventi di più facile ed economica sopportabilità che l'Ateneo ha effettuato con risorse proprie. Tra la seconda metà dele 2009 e il 2010, l'Ateneo ha cercato a più riprese di comprendere se la delibera Cipe (la 79/2009), che destinava circa 40 milioni alla ricostruzione delle sedi, fosse parte dei 70 previsti dall'accordo di programma, firmato un mese dopo il sisma, o se invece tale importo dovesse essere ancora deliberato dal Cipe secondo un piano di priorità indicato dall'Ateneo, considerato che le precedenti sono state disattese».

Un problema, questo, non di poco conto considerata la gravissima situazione in cui versa il patrimonio edilizio dell'Università.

«In verità», si legge ancora nella lettera, «questo Ministero per ben due volte ha affermato che la deliberazione Cipe del 2009 era parte dei 70 milioni dell'accordo, esortando l'Ateneo a programmare l'utilizzo dei rimanenti 30 milioni. Ma ora il soggetto attuatore (il Provveditorato alle opere pubbliche) ha per le vie brevi confermato che i fondi della delibera Cipe 79/2009 sono a valere sulle risorse proprie del Ministero delle Infrastrutture e non sono parte, dunque, dei 70 milioni citati. Questi i fatti che allo stato lasciano i ricercatori senza la disponibilità dei loro laboratori e che non danno la possibilità di restaurare gli spazi della didattica. Tanto più che a gravare sui fondi di questo ministero ci sono i costi di onerose locazioni delle quali, stando così le cose, non è prevedibile la fine».

La lettera del rettore si chiude con la richiesta al ministro Gelmini di predisporre, con estrema urgenza, una delibera Cipe che, nell'attuazione dell'accordo di programma, consenta all'Ateneo - attraverso il commissario alla ricostruzione - di avere i fondi per la realizzazione di una serie di interventi.

«Il tutto» spiega il rettore «atteso che Provveditorato e Struttura tecnica di missione trovino tra i loro fondi le risorse (5 milioni di euro) per gli interventi di estrema urgenza: il nuovo edificio B di Ingegneria e i lotti 2 e 3 della facoltà di Scienze a Coppito». In questo secondo elenco anche «il restauro di palazzo Camponeschi e di palazzo Carli che, sebbene costituiscano la memoria storica dell'Ateneo» conclude di Orio «abbiamo posto in bassissima scala di priorità, non disponendo queste strutture di spazi validi per la ricerca e la didattica».

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