Denaro riciclato, coppia prosciolta 

Trasacco, moglie e marito coinvolti in un giro d’usura: nei guai per 37 assegni

TRASACCO. Erano accusati di riciclaggio di denaro, travolti da un’inchiesta per usura. Dopo nove anni e dieci udienze due coniugi di Trasacco, M.C. e A.P., sono stati prosciolti dall’imputazione perché il fatto non sussiste.
La sentenza è stata emessa dal tribunale di Avezzano, in composizione collegiale (presidente Zaira Secchi, giudici Maurizio Sacco e Marianna Minotti), per fatti che fanno riferimento a un’indagine del 2010. Il pm Elisabetta Labanti aveva chiesto la derubricazione del reato da riciclaggio a ricettazione. La Guardia di finanza di Avezzano, indagando in un procedimento parallelo nei confronti di un imprenditore marsicano sospettato di prestare soldi a strozzo, aveva scoperto che sul conto corrente dei due coniugi trasaccani erano confluiti 37 assegni per circa 50mila euro che, secondo l’accusa, costituivano la prova del pagamento del debito usurario. Sempre secondo gli inquirenti, M.C. e A.P., sempre d’intesa con l’imprenditore, avevano versato gli assegni sul loro conto al fine di ostacolarne l’identificazione ed eludere la provenienza delittuosa delle somme. Di qui l’accusa di reimpiego di denaro proveniente da attività illecita.
Nel corso del processo, i due coniugi, assistiti dall’avvocato Carlo Polce, hanno dimostrato che quegli assegni erano invece provento di un’attività lavorativa svolta in nero (successivamente regolarizzata), dunque non riconducibili al reato di usura. (r.rs.)
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