PESCARA

Detenuto riesce a scavalcare il muro del carcere, evasione evitata all'ultimo

Tentativo scoperto dalla polizia penitenziaria perché si sono rotte le canalette alle quali l'uomo si era aggrappato. La notizia resa nota dal sindacato Fp Cgil

PESCARA. Un detenuto di 26 anni tenta di fuggire dal carcere "San Donato" a Pescara ma viene bloccato dalla Polizia penitenziaria. A raccontare il rocambolesco inseguimento e la cattura, all'interno della casa circondariale, è Gino Ciampa, coordinatore regionale per la Fp Cgil Polizia Penitenziaria dell’Abruzzo.

Questa mattina il detenuto di nazionalità romena è riuscito ad uscire dal padiglione in cui si trovano i reclusi e si è diretto verso il muro di cinta del carcere. I poliziotti sono accorsi tempestivamente, dopo l’allarme lanciato via radio. Il 26enne era riuscito ad arrivare ad un secondo cancello che porta ad un'area esterna, a scavalcare una tettoia, e, sotto il muro di cinta, ha provato ad arrampicarsi sulle canalette di plastica che coprono i cavi elettrici, lungo la parete. Le canalette non hanno retto il peso del detenuto e si sono staccate e nel frattempo la polizia lo ha raggiunto e riportato in cella.

In una nota Ciampa scrive: “E' un ennesimo episodio e, solo grazie alla prontezza del poco personale in servizio, il tentativo di evasione non è riuscito. Il carcere di Pescara ha in servizio il 30% dei poliziotti in meno, rispetto a quelli previsti. Il sovraffollamento è del 140%, con 390 detenuti sui 276 previsti. La popolazione straniera è oltre il 33% del totale dei detenuti presenti. Una condizione di oggettiva difficoltà in cui il personale di Polizia Penitenziaria è costretto a lavorare ogni giorno tra aggressioni, proteste e tentativi di evasione che stavolta non è riuscito solo per il tempestivo intervento del personale”.

Mirko Manna, coordinatore nazionale Fp Cgil Polizia Penitenziaria, aggiuge: “Il Corpo di Polizia Penitenziaria è sotto stress per le continue aggressioni e per l’impossibilità di lavorare al meglio. Le finte soluzioni delle celle aperte e della sorveglianza dinamica adottate per evitare sanzioni dalla Corte Edu, non sono più sufficienti a gestire un sistema penitenziario con sempre più detenuti e sempre meno Poliziotti. E’ urgente un impegno del governo per l’immediata assunzione di almeno 5.000 unità dei “Baschi Azzurri” e per rivedere la pianta organica del Corpo che, dopo i tagli della legge Madia, ha messo in ginocchio la Polizia Penitenziaria impedendo una sufficiente assunzione di Agenti per avvicendare il personale di Polizia che va in pensione ogni anno”.