Di Cintio: potevamo morire tutti

Il drammatico racconto del titolare di Euro cash: operai eroi, hanno affrontato il fuoco incuranti dei rischi

AVEZZANO. «Non abbiamo pensato ad altro se non alla sicurezza delle persone che lavorano per noi e a salvare l’azienda, che per la nostra famiglia è come un figlio. Sarebbe potuta essere davvero una tragedia per questo ci sentiamo di dire che si è trattato, invece, di un miracolo». Andrea Di Cintio ha 31 anni e insieme a suo padre Claudio, che ne ha esattamente 30 in più, gestisce l’azienda Euro Cash di Avezzano, attività commerciale storica della città, conosciuta in tutta la Marsica come rivendita all’ingrosso e al dettaglio di carni. Un’azienda che rifornisce le più grandi società italiane. Ci accoglie lui nei locali del mattatoio, dove martedì scorso, è stata scongiurata davvero una tragedia. Non sono ancora chiare le cause per cui si sono sprigionate le fiamme da un cannello collegato a una bombola gpl, ma fatto sta che se la bombola fosse esplosa le conseguenze sarebbero state devastanti.

«Mio padre era all’interno del mattatoio dove macelliamo i suini e quando abbiamo visto dalla porta le fiamme alte che lo circondavano», racconta Di Cintio, «abbiamo da subito dato l’allarme e fatto uscire i dipendenti. Ciò nonostante c’è chi si è precipitato con gli estintori e chi ha chiamato i pompieri».

Euro Cash è una società presente sul territorio marsicano da 50 anni. Ha 23 dipendenti e 15 persone lavorano nell’indotto. Martedì nel mattatoio c’erano tutti.

«Quando ho visto il fuoco sono corso senza pensare a quello che poteva succedere a me. Ho temuto il peggio», va avanti, «sopra la bombola del gas c’è molta ammoniaca, utilizzata come gas refrigerante. Se le fiamme l’avessero raggiunta o la bombola fosse scoppiata saremmo morti tutti. Fuori ci sono anche le bombole di ossigeno. Se fosse accaduta una cosa del genere andava fatta evacuare tutta la borgata di Caruscino».

«L’impianto elettrico si è fermato e subito abbiamo staccato il gas», aggiunge, «in quei momenti anche solo cinque minuti ti sembrano un’eternità e l’attesa dei vigili del fuoco è stata terribile. Il veterinario della Asl, Luciano Camerlengo, è stato bravissimo. Ci ha aiutato a evacuare tutti e ha salvato quanto più possibile. Ringraziamo poi i pompieri che hanno lavorato per ore per mettere in sicurezza tutta l’area, con puntualità e professionalità». La carne in lavorazione durante l’incendio è andata tutta persa. «Non saprei dire a quanto ammonta il danno economico subìto», ci spiega Di Cintio, «abbiamo dovuto buttare oltre 400 prosciutti e tonnellate di carne di suino. La bonifica di tutti i locali ci costerà almeno ottomila euro, ma i danni più ingenti sono alla struttura». Le pareti, i pannelli, i macchinari… all’interno del mattatoio dei maiali quasi tutto è andato perso e si stimano danni che si aggirano intorno agli 80mila euro, forse anche di più.

«Il principale aveva fiamme alte due metri, come facevo a lasciarlo? Lavoro qui da 30 anni», dice Gianfranco Di Luca. «La paura c’è stata», aggiunge Viorel Grigorie, assunto solo da qualche mese ma che si sente già parte di una grande famiglia, “ma abbiamo fatto tutto quello che potevamo».

«Questa attività l’ha fondata mio nonno Pietro. Mio padre mi ha cresciuto qui. Mi chiamo Andrea perché siamo su via Sant’Andrea. Questa per noi è una famiglia e questa attività è un figlio», conclude Di Cintio, «quel giorno era San Claudio, forse è grazie a lui che siamo qui a raccontarlo. I danni sono tanti ma sistemeremo tutto».

Magda Tirabassi

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