Diga Campotosto, 12 dipendenti citano l'Enel per 5 milioni di euro

Contestato il mancato versamento di retribuzione e contributi per la reperibilità speciale dei dipendenti della diga

ROSETO. Abruzzo in prima linea nella controversia tra 12 dipendenti dell'Enel contro la stessa azienda. Ieri mattina, infatti, i legali incaricati - Marco Rivalta del Foro di Torino, ma abruzzese (per la precisione di Roseto) di adozione e Rita Di Carlo di Atri - hanno presentato l'atto di citazione alla sezione lavoro del tribunale dell'Aquila, sezione lavoro.

Pomo della discordia, la presunta omessa retribuzione e relativi versamenti contributivi, per un totale di 5 milioni di euro fino a tutto il 2010, dovuti in virtù della cosiddetta «reperibilità speciale» alla quale sono sottoposti i ricorrenti, i quali svolgono la loro attività lavorativa nella diga di Campotosto.

In sintesi, gli operai in questione lamentano che per almeno una volta al mese, secondo turni predefiniti, sono tenuti a svolgere un'attività lavorativa ininterrotta nella sede della diga di Campotosto, ma vengono pagati con la retribuzione ordinaria per le consuete otto ore giornaliere, mentre le restanti sedici ore di ciascun giorno della settimana in cui sono chiamati a svolgere tale servizio, sono pagate poco più di un euro ogni sessanta minuti.

Tutto questo fino a oggi è stato possibile grazie alla «reperibilità speciale», una formula adottata dall'Enel nel 1993 (con l'assenso dei sindacati) per garantire la custodia nelle dighe.

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