Dip Parpol, una storia lunga 40 anni all’ombra della mitica band inglese 

Il gruppo “cover” dei Deep Purple è nato all’Aquila dalla passione di Nando D’Eramo e Roberto Alfonsetti

L’AQUILA. Questa storia ha inizio un bel po’ di tempo fa: oltre quarant'anni a voler essere precisi. Due ragazzetti, neanche adolescenti, si divertivano a strimpellare insieme ora a casa di uno, ora a casa dell’altro. Nando D’Eramo già aveva una vera e propria chitarra. Roberto Alfonsetti cercava di tenere il ritmo picchiando su secchi e cartoni. Mancavano gli strumenti, ma un po’ mancava anche l’ispirazione. Così, Roberto convinse sua madre a mettergli in tasca qualche lira per comprare due dischi.
«All’epoca», ricorda, «si poteva comprare musica solo alla Standa. Per il primo album andai sul sicuro: c’erano delle musiche da film appena uscite e non vedevo l’ora di poterle ascoltare tutte insieme. Per il secondo disco, mi lasciai consigliare». Ed è in questo punto della storia che entra in gioco la “Serendipity”: la fortuna di fare felici scoperte per puro caso, per dirla con Horace Walpole.
«C’era un ragazzo che mi allungò la copertina di un live dicendomi che non me ne sarei pentito. Era “Made in Japan”, l’album live dei Deep Purple. Io lo presi e lo feci ascoltare a Nando, da quel giorno è esplosa la nostra febbre per l’hard rock e siamo ancora qui».
Il tempo di organizzare le idee e la formazione ed ecco il primo concerto: il 22 maggio 1977, alla parrocchia di Santa Rita. Proprio lì si provava, anche grazie alla passione per la musica di don Guido che, non solo suonava le tastiere, ma di tanto in tanto si prestava anche per accompagnare riff e assoli in omaggio al gruppo di Ian Gillan. Negli anni, pur cambiando formazione, il gruppo ha strutturato un vero e proprio tributo ai Deep Purple, pur senza disdegnare qualche parentesi ai cugini Led Zeppelin.
Dip Parpol in Big Rock, è questo il nome completo della band aquilana, ha sfruttato l’intraprendenza di musicisti con esperienze professionali nel campo della musica classica, pop e rock, quali Alan Sorrenti, Riccardo Cocciante, Stefano Rosso, l’Orchestra Sinfonica Abruzzese e i Solisti Aquilani. Facendosi apprezzare come una delle prime tribute band della celebre formazione inglese, nel corso degli anni i Dip Parpol si sono contraddistinti per una continua e meticolosa ricerca tecnica ed espressiva, mirata al raggiungimento di un risultato finale il più possibile vicino all’originale. Tale atteggiamento ha portato il gruppo a esibirsi in importanti concerti e festival in tutto il Centro Italia. Il 29 ottobre 2016, nell’ambito della manifestazione Golden Stars, organizzata dal Comune di Tortoreto, il gruppo ha forse raggiunto l’apice della propria carriera concertistica, esibendosi sul palco con Ian Paice, il leggendario batterista dei Deep Purple.
«Abbiamo duettato insieme», ricorda Roberto Alfonsetti, «ed è stato bello condividere il palco, portando avanti in contemporanea alcuni laboratori anche per giovani batteristi».
La formazione più recente vede anche Pierpaolo D’Amico alla voce, Pierangelo Castellani alle tastiere e Antonello Ianni al basso.
Continuano a girare numerosi locali all’Aquila e sono stati protagonisti di show memorabili, come quello alla Capannina lo scorso anno, trasmesso anche in diretta streaming, e quello alla Locanda del Puledro Impennato alcuni giorni fa. «Trattiamo le cover», spiegano, «come se fossero i pezzi nostri. Adoriamo questo stile di musica».
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