Dirigente condannato per la casa della madre

La Corte dei Conti sanziona Di Gregorio e 4 tecnici: dovranno rimborsare un danno di 10mila euro

L’AQUILA. I giudici della Corte dei Conti hanno condannato il dirigente comunale Mario Di Gregorio per danno erariale in relazione alla discussa classificazione della casa di sua madre danneggiata dal sisma. Infatti l’immobile fu inizialmente definito agibile ma poi divenne E, ovvero tutto da rifare, per cui era stato chiesto (ma non ottenuto) un contributo di 440mila euro. Una vicenda per la quale è in corso anche un processo penale.

La Corte dei Conti ha condannato con una sentenza depositata all’inizio di agosto Mario Di Gregorio al pagamento di 6mila euro mentre i quattro tecnici che avevano firmato il verbale di sopralluogo sono stati condannati per un danno erariale di mille euro a testa. Si tratta di Luca Pelliccione, Pier Marco Cardoni, Marco Smiraglia, Luigi Finazzi.

Secondo i giudici esisteva «l’intento perseguito da Di Gregorio di realizzare un’abitazione diversa da quella abbattuta, con una volumetria superiore. Il collegio non può che aggiungere la singolare posizione di Di Gregorio, dirigente all’epoca del servizio Emergenza sisma e ricostruzione del Comune dell’Aquila, il quale avrebbe dovuto astenersi dal trattare la pratica, riguardante un prossimo congiunto». Poi i giudici parlano di «superficialità nella compilazione del verbale di demolizione da parte del tecnico comunale Luca Pelliccione, il quale, senza indicare l’urgenza, barrò le caselle relative asserendo la non necessità di una documentazione fotografica. Tutto il procedimento adottato evidenzia la necessità di concludere i lavori di demolizione in tempi brevissimi anche se l’immobile era isolato e non cagionava pericoli alle persone».

Secondo i magistrati senza la fattiva collaborazione dei tecnici «l’intento dannoso non si sarebbe potuto realizzare».

Comunque, nella ripartizione del danno, la maggiore responsabilità ovvero il 60 per cento ricade su Di Gregorio e il resto tra gli altri quattro accusati.

Il collegio giudicante era formato dai giudici Federico Pepe, Elena Tomassini, Gerardo De Marco.

Nel corso del procedimento di primo grado, che sarà appellato, gli imputati sono stati assistiti dagli avvocati Massimo Manieri, Erminio Di Timoteo, Marco Castellani.

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