Distrutta la Madonnina del Fucino

Atto sacrilego contro la statua. Scossi i fedeli: «È un attacco alla religione»

CELANO. Decapitata e spezzata in due la statua della Madonnina del Fucino, nella zona di Borgo Ottomila, frazione di Celano. L’atto vandalico è stato messo a segno di notte. Gli autori del raid hanno risparmiato vasi, piante e fiori che facevano da cornice al monumento sacro, ma si sono accaniti con violenza inaudita contro la statua dell’Immacolata. Sul caso indagano i carabinieri.

Il raid. La devastazione sacrilega è avvenuta nella notte di venerdì. Fino a mezzanotte, infatti, secondo la testimonianza di alcuni agricoltori della zona, la statua era al suo posto. Al mattino, invece, era stata distrutta. I malviventi l’hanno prima decapitata, poi hanno spezzato il busto in due parti, lasciando i resti a terra.

La statua.
Si tratta della statua di gesso che si trova all’incrocio tra l’Ultrafucense (strada provinciale 19) e la Marruviana (Provinciale 20), scenario più volte di gravi incidenti stradali, spesso anche mortali. Sei mesi fa il busto della Madonnina era stato rubato e i fedeli residenti nella zona avevano acquistato una nuova statua. Era posta su uno dei cippi che delimitano l’antico lago del Fucino scomparso dopo il prosciugamento.

La scoperta. Ad accorgersi dell’accaduto è stato un residente che ieri mattina, passando davanti alla Vergine per una preghiera, si è trovato di fronte a un piedistallo vuoto. Ha così visto la madonna a terra e ha segnalato l’accaduto ai carabinieri.

La testimonianza. «Siamo passati davanti alla statua intorno alle 23», racconta Domenico D’Apice, che si occupa, insieme ad altri residenti, della cura di quell’angolo riservato alla preghiera. «Mi ero recato lì per sistemare i fiori che erano stati danneggiati dalla pioggia e per riaccendere il cero. Davanti a me, però, ho trovato uno spettacolo agghiacciante. Sei mesi fa un’altra statua era stata rubata. Ne avevamo comprata una nuova e più grande. Ora un nuovo attacco. È un atto contro la religione».

Devoti scossi. L’episodio ha scosso molti devoti della zona che sono profondamente legati a quel simbolo sacro. Decine di persone ogni mattina, mentre si recano al lavoro nei campi del Fucino, oppure si fermano all’incrocio, dedicano uno sguardo, una preghiera, un fiore o una lode alla Madonna.

L’ex lago. I cippi erano posti sulle sponde del lago per scongiurare straripamenti e inondazioni. Quando ci fu il prosciugamento divennero utili per ricostruire l’estensione del lago Fucino. L’astuto principe Torlonia, per evitare lo spostamento notturno continuo dei suoi cippi, fece porre su di esse le Madonnine che il popolo religioso si guardò bene dallo spostare.

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