Don Aldo, una messa senza politici

Il parroco nell'omelia: la Chiesa deve provocare e stimolare le coscienze

AVEZZANO. «La Chiesa non deve fare politica, ma entrare nei problemi della gente». Nella domenica dello «sciopero della messa» nessun riferimento a Ruby e ai festini a casa Arcore nell'omelia di don Aldo Antonelli. Tanti fedeli ma nessun politico.

Non si è fatto vedere fino all'inizio della messa, alle 11.30 don Aldo Antonelli, davanti alla chiesa dell'Immacolata, mentre fuori continuavano a riversarsi nel piazzale fedeli a gruppi, a coppie, o singole persone. Tante le donne arrivate da Avezzano, Magliano dei Marsi, Celano e altre località del comprensorio e tanti anche gli uomini. Ma nessun esponente politico: non c'erano il coordinatore del Pdl della Provincia dell'Aquila, Massimo Verrecchia. Non c'era il consigliere comunale Franco De Nicola, protagonisti nei giorni scorsi di un botta e risposta con il parroco. Ma c'erano i fedeli.

«Non sono di Antrosano», spiega una signora stretta nella sua sciarpa. Non vuole dare il nome, ma precisa che è arrivata «per esprimere solidarietà a don Aldo. Perché è un parroco coraggioso e sono d'accordo con la sua protesta». Anche Chiara e Alfredo di Magliano, avvocato praticante lei, e studente in Scienze politiche lui, hanno scelto la chiesa di Antrosano per la messa di ieri. «Conoscevamo don Aldo già per il suo carattere anticonformista», raccontano, «ma questa volta ha davvero scosso le coscienze», dicono in coro, «ecco perché siamo qui».

Nella domenica dello «sciopero della messa» don Aldo ha scelto, però, di predicare un sermone pacato alla comunità raccolta nella chiesa dell'Immacolata.

Nessun riferimento allo «scandalo Ruby», ai festini a casa Arcore con il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi. E niente frecciatine alla Chiesa «connivente e silenziosa» nelle parole del parroco. Ma il riferimento alle ultime vicende che hanno scosso la politica nazionale si legge fra le righe del suo discorso: «La cecità non è non vederci», ha esordito don Aldo prendendo spunto dalle letture bibliche della domenica, «ma non poter più muoversi, non riuscire a organizzarsi con gli altri, ad orientarsi», ha detto, «non riuscire a reagire contro le corruzioni e le ingiustizie». Davanti ai fedeli giunti nella frazione avezzanese ieri mattina il parroco ha tolto dunque i panni del «contestatore» e ripreso quelli del «pastore», come gli hanno chiesto da più parti in questi giorni di polemica.

«La Chiesa deve togliere gli uomini dall'oscurità, spezzare il giogo che li opprime», ha proseguito, «il prete deve essere, invece, di stimolo alla gente, affinché trasformi il caos in ordine. I parrocchiani, dal canto loro, hanno il dovere di impegnarsi a smuovere le loro anime con l'aiuto della Chiesa». In riferimento alle polemiche degli ultimi giorni, che «mi hanno visto protagonista sulla stampa», don Aldo ha ricordato che «il vero cristiano si ricononosce nel modo in cui lavora. Dio parla agli uomini solo quando sono coscienti di quello che fanno e delle conseguenze delle proprie scelte».

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