Donazioni nel mirino per reati fiscali

Anziani raggirati nella casa di riposo, la Procura indaga anche su investimenti che sarebbero finiti in Irlanda

L’AQUILA. L’inchiesta sul presunto mega raggiro ai danni degli anziani ospiti di Casa Serena Santa Maria della Pace di Fontecchio punta a ricostruire il giro degli investimenti delle somme uscite dai conti degli anziani. Nella vicenda sono indagati i gestori della struttura, Piero Melonio, 65 anni, e la moglie Gilda Bernabei, più giovane di un anno, ora ai domiciliari dopo avere passato un paio di giorni in carcere. Lui è indagato per circonvenzione di persone incapaci e lei di uso di denaro di provenienza illecita. Accuse respinte nel corso dei recenti interrogatori davanti al gip.

La Procura ritiene che una parte di questi soldi sia finita in qualche modo in Irlanda e le indagini della Finanza sono dirette ad accertare se le cose stanno davvero così. Questo aspetto è perfettamente in linea con quanto sostiene il giudice per le indagini preliminari, secondo il quale sono già agli atti, tra gli altri, indizi di reati fiscali commessi per evadere le imposte di successione. Nel mirino, più in particolare, polizze assicurative e titoli acquistati con il denaro prelevato dal conto corrente di una donna, ospite della struttura e poi deceduta, oltre a dividendi, plusvalenze e cedole per un totale di oltre un milione e 600mila euro. Insomma l’indagine ora sembra muoversi non solo per puntellare vieppiù la contestata circonvenzione, ma pure sull’aspetto fiscale. E non è un caso che il via libera sia arrivato da una segnalazione di Bankitalia concernente operazioni sospette di riciclaggio che, comunque, al momento non risultano contestate negli atti e restano confinate nel mondo delle ipotesi.

L’indagine – pur a fronte della linea difensiva rappresentata dagli avvocati Francesco Valentini e Antonio Valentini che nega qualsiasi raggiro ai danni degli anziani ospiti, «tutti lucidi e consapevoli quando hanno firmato le donazioni a favore della struttura che li ha ospitati, non avendo altri parenti» – pare solo all’inizio e poggia su una serie di interrogatori già fatti o da fare. Del resto l’accusa sostiene la consapevolezza dello stato di infermità degli anziani da parte dei sospettati e parla di modalità subdole nel presunto raggiro. La Procura parla, al riguardo, di induzione, rilevando, in tal senso, «attività di suggestione o persuasione, o semplice lusinga, o comunque di spinta psicologica che vada oltre una mera richiesta».

Dopo gli interrogatori della scorsa settimana, al termine dei quali la difesa non ha fatto alcuna richiesta avendo già ottenuto i domiciliari, si aspettano le mosse degli uomini della Compagnia della Guardia di Finanza che stanno passando al setaccio operazioni testamentarie e donazioni. Di qui l’ipotesi che altre persone, implicate in tali atti, potrebbero essere chiamate a dar conto dei loro comportamenti.

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