le difese: «LE DATE NON COLLIMANO»

Dubbi sui ruoli istituzionali rivestiti da Placidi e Tancredi

L’AQUILA. L’inchiesta è ricca di elementi molti dei quali ancora non sono stati resi noti. A cominciare dalle intercettazioni nelle quali sono tanti i nomi che ricorrono in una delle quali, come ha...

L’AQUILA. L’inchiesta è ricca di elementi molti dei quali ancora non sono stati resi noti. A cominciare dalle intercettazioni nelle quali sono tanti i nomi che ricorrono in una delle quali, come ha detto il dirigente Di Gregorio, si parla di lui come di colui «che l’avrebbe presa in ....».

Comunque, anche se non ancora ufficialmente, ci sono delle incongruenze che stanno sollevando i legali nelle loro controdeduzioni soprattutto a livello di tempistica.

A cominciare dal fatto che l’assessore Vladimiro Placidi non avrebbe rivestito tale carica al momento nel quale sarebbero stati commessi i reati. Per cui i reati, se ci sono, li avrebbe commessi da privato cittadino. C’è inoltre l’esibizione dell’atto attribuito al dirigente comunale Di Gregorio nel quale c’è la firma di un suo collega. Di Gregorio, inoltre, all’epoca della commissione dei reati, era dirigente del settore Cultura, protezione civile e sport e nulla aveva a che spartire con la ricostruzione.

Un’altra questione che in qualche modo è stata sollevata riguarda la posizione dell’arrestato Pierluigi Tancredi. Nell’ordinanza, infatti, egli viene indicato come delegato dell’amministrazione comunale per le attività di supporto e raccordo nell’ambito delle azioni tese al recupero e alla slvaguardia dei beni del patrimonio artistico dell’Aquila. Carica durata un breve periodo. Tuttavia le difese sostengono che non abbia mai ricoperto quell’incarico almeno nelle giunte di centrosinistra dal 2007, anno nel quale Cialente fu eletto. Tancredi fu consigliere di opposizione nel periodo tra il 2007 e l’agosto 2010 quando si dimise. In relazione alla presunta mazzetta intascata da Riga non esistono riscontri documentali se non le dichiarazioni del «pentito» Lago contestate dai sospettati e dai loro difensori.

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