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E gli avvocati si rivolgeranno alla Corte di giustizia europea

SULMONA. «Non possiamo fare altro che prendere atto della decisone della Corte Costituzionale che di fatto nega ai cittadini di potersi esprimere su una importante questione come l’accesso alla...

SULMONA. «Non possiamo fare altro che prendere atto della decisone della Corte Costituzionale che di fatto nega ai cittadini di potersi esprimere su una importante questione come l’accesso alla giustizia. Di certo, non ci fermiamo qui e la battaglia proseguirà più decisa di prima e su più fronti».

Un altro colpo basso arrivato dopo la revoca da parte del presidente del tribunale, Giorgio Di Benedetto dell’ordinanza del giudice del lavoro che aveva di fatto bloccato l’interpello per il trasferimento dei dipendenti del tribunale di Sulmona. Ma che non ferma gli avvocati del foro peligno decisi più che mai ad andare avanti per salvaguardare il presidio di giustizia del Centro Abruzzo.

«Stiamo valutando il ricorso alla Corte di giustizia europea», avverte il presidente dell’ordine degli avvocati, Gabriele Tedeschi, «bisogna riprendere con vigore la strada che porta alla petizione per una legge di iniziativa popolare che è ormai ferma da un anno sui banchi del Parlamento. Contemporaneamente, spingere sui decreti correttivi che riconoscono la salvaguardia dei tribunali di montagna, come il nostro, così come aveva suggerito il ministro della Giustizia Cancellieri, nell’incontro dell’ottobre scorso a Roma. Correttivo che dovrà essere fatto entro settembre di quest’anno, prima cioè che i decreti attuativi della legge entrino in vigore».

«Mentre nell’immediato», conclude Tedeschi, «arrivare a un’ulteriore proroga di tre o forse dieci anni, con un emendamento al Milleproroghe».

«Siamo sconcertati», aggiunge Sandro Ranaldi, presidente del consiglio dell’ordine degli avvocati del foro di Avezzano, «ma comunque non ci fermeremo, porteremo avanti la nostra battaglia, perché prima di settembre, il governo può ancora emettere dei correttivi alla riforma, alla luce della peculiarità della situazione che vive oggi, il tribunale dell’Aquila».

Si dice rammaricato per il parere negativo della Consulta, anche il presidente del tribunale di Avezzano, Eugenio Forgillo.

«Non è stata data voce alla volontà dei cittadini», il suo commento deluso.

Rimane, intanto, l’emendamento presentato al decreto “Milleproroghe”, a firma anche della senatrice aquilana Stefania Pezzopane (Pd), che chiede una proroga di dieci anni, per la deroga della riforma delle circoscrizioni giudiziarie nelle province abruzzesi per evitarne la soppressione. (c.l.)

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