palazzo fibbioni

E l’ufficio di rappresentanza spende 16mila euro di gas e luce

L’AQUILA. Sedicimila euro di rimborso all’Ente morale Fibbioni, per il pagamento delle fatture del gas e della corrente elettrica consumati nell’omonimo edificio dove hanno trovato nuova sistemazione...

L’AQUILA. Sedicimila euro di rimborso all’Ente morale Fibbioni, per il pagamento delle fatture del gas e della corrente elettrica consumati nell’omonimo edificio dove hanno trovato nuova sistemazione gli uffici di rappresentanza del sindaco Massimo Cialente. È con la determina dirigenziale 562 dello scorso primo luglio che è stato disposto il mandato di pagamento per 15.703,89 euro in favore della fondazione, che il 26 agosto del 2014 ha ceduto in comodato d’uso gratuito l’edificio alla municipalità aquilana. All’interno dello storico palazzo, a far data dall’agosto 2015, il sindaco ha spostato i suoi uffici di rappresentanza, ma le utenze, come si legge nella determina, sono state attivate soltanto il 27 ottobre dello stesso anno. Già da marzo del 2016 l’ente morale Fibbioni aveva già richiesto al Comune il rimborso delle spese sostenute per i consumi di gas metano, che ammontavano a 9269,93 euro; a maggio l’ente aveva trasmesso la seconda fattura di ulteriori 2971,40 euro; la fattura di giugno reca un importo di 74,75 euro, per un totale di 12.316,08 euro.

Le spese per la corrente elettrica, invece, iniziano a decorrere dal 27 giugno 2015 (123,65 euro); seguono quelle di luglio (75,89), settembre (926,56), novembre (1280,61), per un totale di 2406,72 euro. Lo scorso 10 giugno si era sparsa la voce di un distacco dell’erogazione del gas metano, per bollette non pagate dal Comune dell’Aquila, e riferite proprio ai suoi uffici di rappresentanza ubicati nel palazzo del XVI secolo, uno dei primi esempi di architettura civile aquilana di stampo rinascimentale, danneggiato dal terremoto del 2009 e restaurato nel 2014.

La notizia del distacco delle utenze era stata confermata da Vincenzo Rivera, rappresentante della fondazione Fibbioni, mentre il sindaco si era limitato a riferire di problemi relativi alla voltura dei contatori. Palazzo Fibbioni era la residenza dell’omonima famiglia, che si era trasferita all’Aquila dalla provincia di Novara. (a.b.)

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