Ecco il paese ricostruito grazie al Tar

Il caso di Sant’Angelo di Bagno. Progetti presentati nell’ottobre 2012 e poi, grazie ai ricorsi (accolti), subito il via ai lavori

L’AQUILA. L’unione che fa la forza a Sant’Angelo di Bagno non è solo un motto. La piccola frazione, con le sue 100 famiglie residenti, due strade e 10 aggregati, infatti, sarà la prima dell’Aquilano ad essere ricostruita per intero grazie alla sinergia e alla compattezza della sua popolazione che, dopo aver scelto un’unica ditta, un unico progettista e un unico amministratore per la costituzione dei consorzi, la redazione dei progetti e l’esecuzione dei lavori, ha deciso unitamente di ricorrere al Tar per accelerare l’inizio delle opere. Al centro della frazione nei giorni scorsi è comparsa la prima gru, un trofeo per gli abitanti che guardano con fiducia al 2017, quando tutte le case saranno ricostruite.

LA STORIA. «Fin dal 2009, a seguito dell’emanazione dell’ordinanza del presidente del Consiglio dei Ministri che dettava indicazioni sulla costituzione dei Consorzi obbligatori per la ricostruzione degli aggregati, il paese di Sant’Angelo di Bagno si è raccolto attorno a una figura tecnica, Sirio Engineering group Italia dell’ingegner Serafino Di Mattia, all’impresa Sera scarl, a un amministratore, Diana Tomei», spiega l’ingegner Lanfranco Miconi, che si è occupato di coordinare le figure tecnica e amministrativa con l’impresa. A seguito della costituzione di tutti i consorzi, nel mese di ottobre 2012 sono stati consegnati i progetti alla Fintecna.

IL TAR. Nonostante la velocità delle operazioni, tuttavia, il Comune tardava a dare l’ok per i lavori. «Per questo, scaduti i 60 giorni previsti, abbiamo deciso di avviare ricorsi collettivi al Tar» continua Miconi «che ci ha dato ragione e ci ha consentito di avere le approvazioni dei progetti da parte del Comune». I primi lavori sono stati avviati a settembre 2013, gli ultimi il mese scorso. Presto, dunque, tutto il paese sarà cantierizzato. «Nel 2017» continua Miconi, «ognuno potrà tornare ad abitare la propria casa».

LA PRIMA CASA. Di un colore rosa acceso, il primo edificio della frazione è stato già ricostruito: una villetta nuovissima ancora in mezzo alle macerie, ma che presto sarà in buona compagnia.

UNIONE. «Siamo convinti che la nostra forza sia stata la compattezza», continua Miconi. «Siamo stati il più possibile coesi, in modo da partire tutti insieme. Il risultato è che i dieci aggregati prenderanno il via quasi contemporaneamente: quattro sono partiti lo scorso maggio, altrettanti hanno già i lavori in corso, gli ultimi sono stati pubblicati con l’11esimo elenco, il cui inizio lavori è stato programmato per il 29 luglio. Tutto il paese a settembre sarà cantierizzato». Un esempio per molti, in un momento in cui condomini già finanziati tardano a essere ricostruiti per le liti intestine tra i pochi proprietari degli appartamenti.

SOTTOSERVIZI. Il problema maggiore, adesso, è quello degli impianti elettrici e del gas. Gli abitanti, infatti, vorrebbero una rete di sottoservizi, che ancora il Comune non prende in considerazione.

LE LITI. Anche nel paese dell’unione, tuttavia, «qualche tentativo di lite c’è stato», racconta l’ingegnere, «ma tutti hanno capito che il risultato ottenuto è sicuramente più importante delle rivendicazioni personali. Il buon senso ha prevalso. Abbiamo cercato di soprassedere rispetto all’insoddisfazione del momento, in nome di un risultato finale che premierà tutti. C’è chi magari ha ottenuto qualcosa di più e chi ha ottenuto qualcosa di meno, ma questo è normale».

I FONDI. In totale Sant’Angelo di Bagno costerà alle casse dello Stato circa 8 milioni e mezzo, poco più di un solo edificio in centro storico. Saranno eseguite quattro ristrutturazioni, mentre tutto il resto sarà demolito. Con lo stesso metodo del ricorso al Tar sono stati approvati anche i progetti degli aggregati di Civita di Bagno: per due sono in corso i lavori, altri sono in via di pubblicazione.

Michela Corridore

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