Ecco l’ordinanza per sgomberare i 124 alloggi

Balconi pericolanti al Case, provvedimento già annunciato riguarda Cese di Preturo, Sassa e Arischia

L’AQUILA. Il sindaco Massimo Cialente ha firmato un’ordinanza con la quale dispone lo sgombero di 124 alloggi distribuiti nei quartieri del Progetto Case di Cese di Preturo, Arischia e Sassa Nucleo industriale. Il provvedimento, già annunciato ma ora esecutivo, si è reso necessario per motivi di pubblica incolumità legato alla tenuta dei balconi. Si tratta, in particolare, delle piastre 14, 20 e 21 del quartiere Case di Cese di Preturo, delle piastre 6, 8 e 16 del quartiere Case di Sassa Nucleo industriale e delle piastre 1, 2 e 3 del quartiere Case di Arischia. Nel primo caso, vale a dire Cese di Preturo, gli sgomberi verranno effettuati entro 30 giorni dalla notifica dell’ordinanza sindacale, nel secondo, Sassa nucleo industriale, entro 45 giorni dalla notifica, nel terzo, Arischia, entro 60 giorni, sempre a far data dalla notifica. Il documento ricorda che, a seguito del crollo del balcone di un appartamento del quartiere Case di Cese di Preturo, in via Gian Maria Volonté, il 2 settembre dello scorso anno, a causa delle infiltrazioni d’acqua, con conseguente «totale marcimento della struttura lignea del balcone», e delle risultanze delle perizie tecniche effettuate per verificare le condizioni statiche dei balconi degli altri 22 edifici della medesima tipologia, si era intervenuti con ordinanze di sgombero degli alloggi della stessa piastra (la 19) e con opere di messa in sicurezza, ricordando altresì il sequestro preventivo di tutti i balconi di tali edifici, disposto dal tribunale. L’ordinanza rileva, quindi, come, il 5 novembre, il servizio di manutenzione del Progetto Case ha rilevato che il balcone di un alloggio, posto al secondo piano della piastra 14 del complesso di Cese di Preturo, si sia distaccato dal muro, presentando rischi di crollo, circostanza che ha portato allo sgombero dell’alloggio e all’avvio delle operazioni di rimozione del balcone. «Valutato», si legge ancora nel testo, «che non è possibile, attraverso il controllo a vista, prevenire il rischio di crollo dei balconi, ma è necessario effettuare interventi invasivi, non compatibili con la permanenza degli abitanti negli alloggi interessati, e che, nelle more degli interventi sussistano condizioni pregiudizievoli per l’incolumità delle persone, si ordina lo sgombero degli alloggi degli edifici dei progetti Case succitati, in cui sono presenti le più alte percentuali di balconi con situazioni di rischio».

©RIPRODUZIONE RISERVATA