Ecco Scalzagallo: ville di gran pregio sprovviste di servizi

 AVEZZANO. Viaggio nei quartieri di Avezzano: un'opportunità anche per i cittadini più emarginati di far sentire la loro voce. Sperando che non resti una voce nel deserto.  Iniziamo da Scalzagallo. Tutte le vie portano il nome di un fiore: via delle Rose, via dei Tulipani, via delle Orchidee, via delle Azalee. E di Avezzano poteva essere davvero il fiore all'occhiello.  Invece, è diventato l'immagine dell'incapacità del Comune di programmare un serio e ordinato sviluppo urbanistico. Così Scalzagallo, quartiere delle famiglie "in" della città, si presenta oggi come un susseguirsi di splendide ville, simili a fortini, con intorno il deserto. Le strade sono sconnesse e piene di buche. Tante non sono neppure asfaltate. Mancano totalmente i marciapiedi e la segnaletica. Niente parcheggi, niente verde attrezzato, niente parchi giochi, niente asili, niente scuole, niente negozi, niente impianti sportivi.  Inconcepibile per un quartiere di oltre tremila abitanti che, oltre a non avere i servizi, vivono nell'incubo dei raid notturni, favoriti da un'illuminazione pubblica carente e dall'assenza di controlli. Le misure di sicurezza adottate dai proprietari delle ville non bastano a scoraggiare i malviventi.  Messi fuori uso i sistemi di allarme, nel cuore della notte, i ladri si introducono nelle abitazioni e, dopo aver narcotizzato i proprietari, fanno razzìa di oggetti di valore. Quando i padroni, svegliandosi, si accorgono del furto, è ormai troppo tardi.  Per contrastare questo fenomeno, che fa vivere nel terrore la popolazione, servirebbe una presenza costante, soprattutto di notte, delle forze dell'ordine. Che finora, purtroppo, è mancata. Così, agli abitanti di Scalzagallo non solo non vengono garantiti i servizi ai quali hanno diritto, ma li si lascia anche alla mercé dei delinquenti.  Che, forse, essi non pagano le tasse al pari degli altri cittadini? Per capire come si sia arrivati a questo punto, val la pena raccontare la storia di Scalzagallo. Le prime ville furono costruite negli anni Sessanta su un terreno di proprietà di Francesco Paris, noto commerciante di mobili avezzanese. Il piano di lottizzazione, predisposto dall'ingegnere Cesare Paris, figlio dell'imprenditore, fu approvato dal Comune.  Nei primi anni Settanta, l'area, la cui superficie si aggirava sui dieci ettari, fu notevolmente ampliata. Il piano di lottizzazione prevedeva che i proprietari si accollassero le spese delle opere di urbanizzazione primaria (strade, rete idrica e fognaria, rete del gas, pubblica illuminazione, verde attrezzato), mentre alle opere di urbanizzazione secondaria (scuole, mercato, impianti sportivi, aree verdi) avrebbe provveduto il Comune.  Su iniziativa di Antonio De Cristofaro, fu costituito un consorzio al quale, però, la maggioranza dei proprietari non aderì, non riconoscendo ad esso validità giuridica.  Questo perché non comprendeva, come prevede la normativa, il 75 per cento dell'imponibile catastale. Un consorzio espressione di un esiguo numero di proprietari e apertamente contestato non poteva rappresentare per il Comune un interlocutore valido. Ma l'amministrazione continuò a dare a fiducia al consorzio, sperando nel superamento dei contrasti tra i proprietari dei lotti.  Al momento di garantire con una fideiussione la copertura del 50 per cento del costo delle opere di urbanizzazione, però, la stragrande maggioranza dei proprietari si è defilata: la convenzione fu firmata solo da 37, su oltre 200.  Era come se si volesse scaricare interamente sul Comune gli oneri di urbanizzazione. Davvero troppo. Così, nel 2002, l'amministrazione, rompendo gli indugi, decise di trasformare Scalzagallo da lottizzazione in zona di completamento, rinunciando alle fideiussioni. Una delibera ritenuta da alcuni illegittima, perché, si disse, mutava in peggio gli indici di fabbricabilità, ma nessuno ritenne di impugnarla. Dopo quella decisione, ci si aspettava che il Comune predisponesse un programma di interventi per rendere finalmente Scalzagallo un quartiere vivibile. Invece la situazione è rimasta com'era.  «I servizi», sintetizza il dottor Gianni Cafarella, uno dei residenti della prima ora, «restano un miraggio e il degrado regna sovrano». Quanto dovranno attendere ancora i cittadini di Scalzagallo prima che in Comune ci si ricordi di loro?

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