«Economia provinciale al palo»

Donatelli (Confcommercio): colpa della ricostruzione che non decolla

L’AQUILA. Il presidente provinciale di Confcommercio Roberto Donatelli ha tracciato ancora una volta un bilancio negativo sull’economia provinciale in occasione dell’assemblea annuale dei soci che si è tenuta ieri mattina.

«Il 2012, purtroppo», ha detto, «credo possa definirsi un anno orribile per le aspre criticità che lascia in eredità al nuovo anno. Credo che per trovare uno scenario così negativo si debba tornare ai racconti che molti della mia generazione ascoltavano dai genitori relativamente al periodo della guerra».

«Per quanto riguarda l’economia provinciale», aggiunge, «le dinamiche registrate nei tre comprensori del nostro territorio sono critiche sia per gli influssi del contesto nazionale che per l’immobilismo permanente nei comuni del cratere dove la ricostruzione pesante è al palo nonostante i rituali annunci e promesse politiche che non hanno trovato risposta nei fatti. Quindi quello che poteva diventare il più grande cantiere d’Europa con i positivi effetti per l’economia della intera provincia si avvia a diventare un cantiere mai nato. I dati sulla disoccupazione, la cassa integrazione ordinaria e in deroga hanno raggiunto per questo livelli mai registrati e vedono la nostra provincia attestarsi nelle prime posizioni assolute nazionali. Purtroppo, ormai da mesi, anche un solido insediamento come la Micron sta vivendo momenti drammatici».

«Senza credito», prosegue, «il settore del commercio e del turismo è destinato a vivere delle situazioni ancora più pesanti e drammatiche di quelle che si sono registrate fino a oggi. Il sistema bancario per concedere o rinnovare gli affidamenti di un’azienda richiede la garanzia di un confidi e allora la soluzione è chiara e non rinviabile: è indispensabile potenziare i confidi. Nonostante la stretta creditizia la nostra cooperativa di garanzia ha svolto egregiamente la propria funzione di partner operativo degli istituti di credito». «Noi di Confcommercio», conclude nella sua relazione, «abbiamo capito che per ottenere un risultato visibile e soddisfacente per la nostra stessa sopravvivenza dobbiamo unire le nostre forze invece di limitarci a lamentele e polemiche molto spesso poco fruttuose e trovare noi stessi le risposte e proporle prima ai nostri colleghi e poi ai nostri amministratori».

(g.g.)

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