Edifici francescani Restauro in arrivo per 22 strutture

Già pronto un progetto per la riapertura, almeno parziale, della basilica dedicata a San Bernardino entro il prossimo Natale

L'AQUILA. Quando nel 1458 si gettarono le fondamenta di una cappella dedicata a San Bernardino, nessuno poteva sapere che appena due anni dopo un violento terremoto l'avrebbe distrutta: al suo posto fu ricostruita una maestosa basilica la cui sorte sarebbe stata quella di essere gravemente danneggiata dal sisma del 1703 e poi restaurata. Neanche il sisma dello scorso anno ha risparmiato la chiesa di San Bernardino,.

È già pronto, però, un progetto per la riapertura, almeno parziale, della basilica entro il prossimo Natale. A occuparsi della chiesa e del convento annesso è il gruppo di lavoro «Famiglia francescana», sorto a seguito del terremoto per affiancare gli enti pubblici nella ricostruzione dei beni artistici-monumentali di origine francescana danneggiati il sei aprile 2009. Il gruppo ha individuato 22 complessi in tutta la regione, il più importante dei quali è quello di San Bernardino.  Le attenzioni, dunque, si sono concentrate sulla chiesa e sul convento di cui già si stava occupando il provveditorato alle Opere pubbliche.  «La fondazione bancaria Crt di Torino ci ha donato 500mila euro che abbiamo deciso di investire sul restauro di una parte del convento dei frati minori, quello denominato San Giovanni da Capestrano», spiega l'architetto Giovanni Moroni, coordinatore del gruppo, «e presto inizieranno i lavori della struttura che dovrebbero terminare entro fine anno. Per questo motivo ci siamo anche accordati con il Provveditorato in modo che la cerimonia di inaugurazione del convento possa essere celebrata con una messa dentro la basilica».

La chiesa con ogni probabilità non potrà essere riaperta completamente, a causa dei gravi danni subiti soprattutto dalla zona della cupola.  «Ci stiamo impegnando, tuttavia, per permettere almeno la fruibilità della navata centrale entro Natale», continua Moroni, «siamo convinti che sarebbe un modo per far tornare a vivere una parte importante della città». San Bernardino, nel complesso, è una delle chiese che ha subìto meno danni. La struttura è stata puntellata nei mesi successivi al sisma dai vigili del fuoco e si sta ultimando in questi giorni la messa in sicurezza. Le zone maggiormente compromesse sono la cupola, le cappelle laterali, le volte a padiglione e il campanile, di cui è rimasta in piedi solo una porzione. Si sta anche portando avanti uno studio sui movimenti delle pietre in modo da verificare la stabilità della struttura lesionata.

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