Edimo, un anno di cassa integrazione per i 115 dipendenti

L’annuncio è arrivato dal curatore fallimentare Labonia Ma tra i lavoratori c’è chi è interessato alla mobilità

L’AQUILA. Un anno di cassa integrazione straordinaria per i 115 dipendenti della Edimo spa, dichiarata fallita lo scorso 17 febbraio dal tribunale di Roma.

Dopo l’ultimo tavolo in Regione, al quale era presente con il suo staff di collaboratori, il curatore fallimentare Luigi Labonia ha dichiarato ai sindacati di essere pronto a richiedere l’attivazione dell’ammortizzare sociale: l’accordo sarà discusso nei prossimi giorni in Provincia.

Ma ci sono anche lavoratori che sono invece interessati alla mobilità volontaria e quindi a uscire dall’azienda. Il ricorso alla Cigs è reso possibile, nonostante ci sia in atto una procedura concorsuale, dal fatto che, nel frattempo, è stata avanzata un’offerta di fitto di ramo d’azienda, che il tribunale della capitale sta valutando.

Sono stati gli stessi dirigenti del gruppo Edimo a scendere in campo per affrontare la grave crisi che ha colpito la holding, con conseguenze pesantissime per le altre imprese e l’indotto. Quattro manager – Gianluigi Savorani, Silvio Giuliani, Arturo Narducci e Daniele Galeota – hanno infatti fondato la Temar srl, che ha presentato al curatore istanza di affitto per il settore prefabbricati della Edimo spa, dove erano impiegate 35 persone. La richiesta è stata notificata al tribunale competente lo scorso 13 marzo.

«Grazie a questa manifestazione d’interesse», spiega Clara Ciuca della Uilm, «il curatore fallimentare può richiedere l’attivazione della cassa integrazione straordinaria, per un anno, per tutti i 115 dipendenti della Edimo spa. Abbiamo ricevuto la lettera in cui ci informa che la procedura è stata avviata e siamo in attesa della convocazione del tavolo in Provincia, in cui dovrà essere valutata la proposta e firmato l’accordo. Come sindacati, noi chiederemo anche l’apertura della mobilità volontaria, per i lavoratori che ne hanno i requisiti. Siamo comunque soddisfatti della disponibilità e dalla sensibilità mostrate finora dal curatore fallimentare, che ha incaricato il suo staff di esaminare la problematica degli ammortizzatori sociali».

Si tratta di esperti del noto studio Scognamiglio. Intanto ieri una delegazione di lavoratori del settore edile della Edimo spa ha cercato di incontrare Labonia nella sede dell’azienda, nel nucleo industriale di Poggio Picenze.

«Il curatore ci aveva assicurato che sarebbe stato presente in sede», afferma Cristina Santella, della Fillea-Cgil, «ma non lo abbiamo trovato. In realtà, ci sono dipendenti che vogliono usufruire della mobilità volontaria, per poter sviluppare le competenze acquisite in altre realtà industriali, uscendo dall’attuale limbo in cui sono finiti. Vogliamo quindi sollecitare, oltre alla cassa integrazione, anche l’attivazione di questo secondo canale di ammortizzatori sociali».

Romana Scopano

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