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Eredità contesa, sconfessata la badante

SULMONA. Si era fatto firmare una delega dallo zio che era finito in ospedale perché gravemente malato. Secondo la ex badante e moglie dello zio, raggirandolo e truffandolo proprio virtù delle...

SULMONA. Si era fatto firmare una delega dallo zio che era finito in ospedale perché gravemente malato. Secondo la ex badante e moglie dello zio, raggirandolo e truffandolo proprio virtù delle condizioni di malattia in cui versava l’uomo.

Ieri il giudice lo ha assolto perché il fatto non sussiste. Protagonista della vicenda un uomo, Luigi Di Lucente di Castel del Giudice, un paese a pochi chilometri da Castel di Sangro. A denunciarlo di aver sottratto beni e denaro per 200 mila euro a suo zio, Nicola Di Padova, con il quale si era sposata durante il periodo in cui era rimasta al suo servizio, l’ex badante dell’anziano. La donna dopo aver contratto matrimonio con l’uomo se n’era andata con un altro lasciandolo da solo.

Ma senza mai separarsi legalmente o divorziare. Così da poter ereditare i soldi e la casa di proprietà di Di Padova. Nel frattempo però, il nipote, che si era accorto delle intenzioni della ex badante, si è recato dallo zio in ospedale e con un atto notarile si è fatto firmare una procura per gestire il patrimonio del parente.

Procura che gli ha consentito di vendere la casa di Castel di Sangro per 60mila euro e di poter trasferire sul suo conto il corrispettivo di titoli che l’uomo teneva in banca, oltre a quasi 72mila franchi svizzeri depositati in una banca di Zurigo.

Operazioni che hanno portato l’ex badante dello zio a denunciarlo per truffa in quanto si riteneva lei, in quanto moglie, l’unica erede dei beni di Di Padova.

Ieri il giudice ha assolto Di Lucente per non aver commesso il fatto.

Claudio Lattanzio

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