Esuberi alla Menarini, c’è una schiarita

L’azienda propone il ricorso a contratti di solidarietà. Il gruppo: se cambiano le leggi siamo pronti a investire all’Aquila

L’AQUILA. I mille esuberi annunciati a ottobre dal gruppo Menarini diventano 730 e l’azienda propone il ricorso ai contratti di solidarietà. Inoltre, se cambierà il quadro normativo e, in particolare, verrà modificata la legge sulla prescrizione dei farmaci generici, la Menarini è pronta a investire. Un punto, quest’ultimo, che riguarda direttamente il sito aquilano, dove lavorano 100 persone. Durante il tavolo nazionale che si è svolto ieri a Roma, al ministero dello Sviluppo economico, la casa farmaceutica ha ipotizzato un investimento di circa 60 milioni destinato allo stabilimento di Pile, vincolandolo però alla rimozione di quelli che vengono definiti gli attuali ostacoli di natura legislativa.

Moderata soddisfazione da parte del presidente della Regione Gianni Chiodi che ha partecipato all’incontro, mentre la Cgil chiede, a livello locale, l’attuazione dell’accordo firmato ad agosto del 2011 e una discussione all’interno del tavolo già avviato in Comune. Il gruppo Menarini ieri ha comunque ribadito che «la situazione del settore farmaceutico in Italia è estremamente critica, con una grave difficoltà di mercato soprattutto per le aziende con forti investimenti in produzione, ricerca e sviluppo nel nostro Paese». Al decremento sul fronte del mercato interno, pari al 12%, fa da contraltare però una crescita della vendite del 17% in ambito internazionale. «Come Regione Abruzzo», ha sottolineato Chiodi, «ci stiamo battendo e continueremo a farlo in futuro, affinché si riesca a tutelare il più possibile i lavoratori. Metteremo in campo tutto l’impegno possibile per seguire da vicino la situazione e auspico che un sostegno importante all’azienda e quindi, indirettamente, ai lavoratori, possa arrivare anche dallo sblocco dei fondi Cipe previsti per le imprese aquilane, pari a circa 100 milioni di euro, nell’ambito della ricostruzione». Secondo il segretario della Filctem Cgil Francesco Marrelli, «è importante che l’azienda dia attuazione all’accordo dello scorso agosto, in cui era previsto l’impegno a differenziare la capacità produttiva del sito aquilano, includendo i mercati esteri, e che venga garantita la continuità produttiva sugli attuali 18 turni lavorativi, prevedendo anche il rientro di tutti i precari lasciati fuori. L’investimento di 60 milioni ipotizzato porterebbe a un raddoppio dello stabilimento, sia per la produzione sia per il personale».

Romana Scopano

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