Ex Otefal, 172 lavoratori in mobilità

Azienda di Bazzano in crisi, cresce l’attesa in vista della terza asta per la vendita dello stabilimento

L’AQUILA. Dal primo luglio altri 172 lavoratori aquilani finiranno in mobilità. Un destino annunciato, quello dei dipendenti dell’ex Otefal, che dopo essere passati nella mani dei siriani della Madar si ritroveranno senza posto di lavoro. Con un’unica speranza, e cioè che alla terza asta per la vendita dello stabilimento di Bazzano, ancora da convocare, si presenti un acquirente interessato a investire nella produzione di alluminio: un settore il cui mercato è ancora solido.

Ma intanto il 30 giugno scadono i sei mesi di cassa integrazione a zero ore concessi a gennaio e i siriani non hanno alcuna intenzione di rinnovare i contratti. Anzi. Da un pezzo hanno lasciato la città, smantellando il sito, e le prime due aste indette dal curatore fallimentare Omero Martella sono andate entrambe deserte.

«Siamo di fronte all’ennesima emergenza occupazionale per il nostro territorio», commenta Clara Ciuca della Uilm, «che si sta consumando nel silenzio assordante delle istituzioni locali. Eppure si tratta di ben 172 persone, dietro le quali ci sono altrettante famiglie. La Madar, che si era presentata come un’azienda seria e decisa a rilanciare lo stabilimento dell’ex Otefal, ha gettato la spugna dopo poco più di un anno, lasciando sulla strada i lavoratori. Da martedì verrà attivata la procedura di mobilità che rappresenta, senza una valida soluzione alternativa, l’anticamera del licenziamento». La Uilm lancia un appello alla politica: «Non possiamo permetterci di perdere tanti posti di lavoro. Le istituzioni si diano da fare», sottolinea Ciuca, «a cominciare dalla Regione e dal neopresidente Luciano D’Alfonso, che in campagna elettorale aveva assicurato attenzione per il gravissimo problema occupazionale nel cratere sismico».

La terza asta per la vendita del sito di Bazzano è attesa entro la fine di luglio: bisognerà vedere se ci sono aziende interessate non solo a rilevare lo stabilimento entrato nella procedura concorsuale, ma anche il personale. Voci non confermate parlano di un’altra cordata straniera, stavolta spagnola, che potrebbe subentrare alla Madar. Nel frattempo, in tribunale vanno avanti le procedure davanti al giudice fallimentare per soddisfare le richieste dei creditori, nel cui elenco compaiono gli stessi lavoratori. I siriani, arrivati all’Aquila a gennaio 2013 con grandi progetti per l’ex Otefal della famiglia bergamasca Pozzoli, sono ora già pronti a un nuovo investimento in Nordafrica.

Romana Scopano

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