Fabbrica occupata, il vescovo dagli operai

Messa di monsignor Santoro alla Vesuvius: «C’è una crisi etica del lavoro». E un dipendente riappende i crocifissi tolti 3 anni fa

AVEZZANO. Un crocifisso proveniente dalla Terra Santa diventa il simbolo della speranza per i lavoratori della Vesuvius. L’ha donato ieri mattina don Franco Tallarico ai dipendenti in lotta per garantire un futuro al loro stabilimento. Tre anni fa l’azienda aveva deciso di far rimuovere tutte le immagini sacre dalla fabbrica di via Pertini e ieri gli 83 operai l’hanno voluto riappendere al muro al termine della messa celebrata dal vescovo di Avezzano, monsignor Pietro Santoro. I locali della mensa al piano terra dello stabile dove si trovano gli uffici sono diventati come una seconda casa per i dipendenti della Vesuvius, la fabbrica occupata che produce valvole per le acciaierie.

Da 12 giorni mangiano, dormono e trascorrono ore in quei locali. Ieri uno di quei tavoli utilizzati per distribuire i piatti di pasta al sugo o il caffè è stato trasformato in un piccolo altare dal vescovo. Monsignor Santoro, don Franco Tallarico e don Vincenzo Piccioni, accompagnati dal diacono Valentino, hanno celebrato la messa davanti ai dipendenti, alle mamme e ai papà, e a tanti bambini arrivati in fabbrica per l’occasione. «Purtroppo c’è una crisi etica che come Chiesa abbiamo sempre denunciato», le parole del vescovo nella breve omelia. «La Chiesa vuole recuperare la dignità del lavoro e di aziende che non possono essere viste come temporaneamente utili. Non sarà facile, ma dobbiamo fare dei sacrifici. Se per due anni bisogna accettare dei contratti di solidarietà lo faremo, non è una soluzione valida, però si fa, per il bene di tutti».

Da pastore della Chiesa locale e da padre di una comunità in lotta, il vescovo ha parlato ai dipendenti con parole semplici, davanti a occhi velati e a un silenzio assordante. Sguardi pieni di paura, ma anche di coraggio. La preoccupazione è tanta, ma secondo Santoro «le mani di Cristo sono come le vostre mani. Mani che hanno lavorato, che ci hanno fatto capire come la dignità dell’uomo passa attraverso il lavoro. Se nella famiglia non c’è un reddito è difficile affrontare la vita quotidiana, è chiaro, ma sappiate che Cristo lavoratore condivide la vostra croce e vi fa capire che da questa sofferenza si può puntare al riscatto».

Parole di ringraziamento per la solidarietà sono arrivate dal vicepresidente della Regione Giovanni Lolli, presente alla messa insieme all’assessore comunale Fabrizio Amatilli e ai rappresentanti dei sindacati. «Devo ringraziare la Chiesa marsicana per la forza morale che sta dimostrando», precisa Lolli, «grazie lo devo dire a questi lavoratori, sono molto colpito dal loro modo determinato e decoroso di difendere la dignità di tutti noi e il futuro di questa terra. Questa è una battaglia difficile, ma non vi lasceremo soli. Ci vorrà tanta fiducia e tanta forza».

Al termine della celebrazione un lavoratore di origini venezuelane, Guido Cast, ha ringraziato i sacerdoti per la presenza, puntualizzando che «da 3 anni è stato tolto il crocifisso dalle stanze della nostra azienda, e da quel giorno tutto è crollato. Ci stanno schiacciando, ma non possiamo permetterglielo. Qui Dio è tornato con questa messa, ora dobbiamo sperare che torni anche in tutti noi».

Simbolica è stata la donazione di un crocifisso proveniente dalla Terra Santa che don Franco ha voluto fare ai dipendenti. Cast, con gli occhi velati dalle lacrime, l’ha riappeso al muro. Un segno di speranza per il domani.

Eleonora Berardinetti

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