Fabrizia, niente benefici per i familiari

Il governo stoppa i risarcimenti non economici previsti per le vittime del terrorismo. E i Di Lorenzo presentano ricorso

SULMONA. È un calvario senza fine quello dei familiari di Fabrizia Di Lorenzo, la giovane di Sulmona morta nell’attentato ai mercatini di Natale, a Berlino, quando un terrorista tunisino, Anis Amri, lanciò il suo tir contro la folla. L’uomo, come si ricorderà, era stato ucciso a Sesto San Giovanni durante uno scontro a fuoco con la polizia. Alla richiesta dei documenti il fuggitivo aveva risposto sparando contro gli agenti e ferendone uno, prima di essere ucciso.
In un primo momento le autorità tedesche non si erano mostrate disponibili a concedere un risarcimento ai genitori e al fratello di Fabrizia, ma in seguito ci avevano ripensato.
Adesso però anche le autorità italiane mostrano il volto inflessibile della burocrazia. Il ministero dell’Interno, attraverso la prefettura dell’Aquila, infatti, con la nota 1796 che risale al 16 gennaio scorso, ha comunicato il diniego ai benefici non economici (come, ad esempio, il diritto al collocamento) previsti dalla legge 206 del 2004 per le vittime di terrorismo. Contro la decisione, i familiari hanno già presentato un ricorso al Tar Abruzzo, che con sentenza depositata lo scorso 29 aprile ha dichiarato la propria incompetenza giurisdizionale a decidere. Ora la materia dovrà essere riassunta davanti al tribunale ordinario, come hanno sottolineato i giudici amministrativi (Antonio Amicuzzi, presidente, Paola Anna Gemma Di Cesare, consigliere, Lucia Gizzi, estensore). A rappresentare in giudizio i familiari di Fabrizia gli avvocati Sergio Della Rocca e Alfonso Celotto. Per situazioni del genere, hanno sottolineato i giudici, la legge 206 ha previsto, «nel caso in cui sia già stata definitivamente accertata, in sede giudiziaria, amministrativa o contabile, la dipendenza della morte da atti o stragi di terrorismo, uno speciale procedimento dinanzi al tribunale in composizione monocratica, caratterizzato da estrema concentrazione e semplicità, per giungere con la massima rapidità all’effettivo riconoscimento di tutti i benefici economici assicurati dalla legislazione in materia». Il 16 gennaio anche l’Unità di crisi del Ministero degli affari esteri ha informato che l’ambasciata d’Italia a Berlino ha confermato la matrice terroristica dell’attentato in cui è deceduta Fabrizia Di Lorenzo. «Nei prossimi giorni», ha sottolineato l’avvocato Della Rocca, «riassumeremo il giudizio davanti al tribunale ordinario».
Soltanto dopo le proteste dei genitori il governo tedesco ha assicurato che «farà tutto quanto è nelle sue possibilità» perché i parenti di Fabrizia ricevano le prestazioni dovute, come ha sottolineato il portavoce Steffen Seibert. «Proviamo il più profondo cordoglio per questa giovane donna italiana, come per le altre vittime dell’attentato», ha detto Seibert.
«Siamo addolorati per la loro perdita, e devono sapere che noi pensiamo a loro. Se qualcosa non ha funzionato bene nei primi giorni dopo l’attentato e se c’è stata una mancanza di sensibilità, questo è certamente deplorevole dal momento che la famiglia era già stata colpita da una situazione terribile».
Il Tar, nel dichiarare il ricorso inammissibile per difetto di giurisdizione, considerata «la peculiarità della controversia», ha compensato le spese di lite.
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