Faccia a faccia ultrà-Chiodi Il patron non molla la presa

Dietrofront del presidente su Iannini: «Per lui la porta è sempre aperta» «Se ci riammettono in Lega Pro i 250mila euro non sono un problema»

L’AQUILA. Un confronto teso, a tratti serrato, quello di ieri tra la dirigenza dell’Aquila e i tifosi del supporter’s trust “L’Aquila me’”. Sul banco degli “imputati” il presidente Corrado Chiodi, di fronte a una platea di tifosi mentre nell’aria ancora aleggiavano la delusione e la rabbia per la retrocessione al termine di una stagione travagliata. Alla fine, in mezzo a tante parole, alcuni punti fermi sono stati posti. «Lo scorso anno avevamo 8 contratti che abbiamo dovuto rispettare e che ci sono costati quasi 900mila euro, la cui rescissione ci è costata 400mila euro. Noi non conosciamo il mondo del calcio, potete accusarci di incapacità, ma la buona volontà ce l’abbiamo sempre messa, abbiamo comprato giocatori quando servivano, siamo stati sfortunati con situazioni che sono finite male (il caso Sandomenico e il caso Di Nicola con relativa penalizzazione). Quest’anno ripartiamo da zero, il direttore Battisti sta lavorando bene e Maurizio Ianni sta cercando giovani talenti da mettere in rosa. Abbiamo un budget di 1 milione e 200mila euro», ha spiegato Chiodi. «Stiamo ripartendo le quote: 600mila euro sono per la squadra e 450mila per rateizzazioni di debiti passati. Abbiamo scoperto che dei 150mila euro che pensavamo arrivassero dalla Lega Pro, ne arriveranno molti di meno. Prenderemo due giocatori forti per reparto». Sulla questione dell’entrata in società di Eliseo Iannini, Chiodi ha spiegato che «la porta è sempre aperta. Lui voleva entrare, ma si è trovato di fronte a una ricapitalizzazione e quindi a quote più alte. Quando deciderà di entrare troveremo una soluzione». Sulla questione riammissione in Lega Pro, per la quale servirebbero 250mila euro: «In società la retrocessione l’abbiamo vissuta come un dramma. Magari ci riammettessero in Lega Pro, i 250mila euro non sarebbero un problema». E a chi chiedeva a gran voce di cedere la società e andarsene, Chiodi ha spiegato che «se arrivasse una proposta seria, saremmo disposti a cedere la società al suo valore accollandoci tutti i debiti. Ma dev’essere una proposta seria».

Raniero Pizzi

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