Falsa ristrutturazione, due dirigenti comunali sotto inchiesta

Chiuse le indagini, indagate anche altre due persone. L'accusa della procura: hanno fatto risultare una casa E (inagibile), invece di A (senza danni rilevanti), per abbatterla e ricostruirla

L'AQUILA. La procura della Repubblica ha chiuso le indagini a carico di alcune persone, tra cui due funzionari del Comune dell'Aquila, sospettati di avere attestato falsamente lo stato di un'abitazione danneggiata dal terremoto, facendola risultare «E» e dunque inagibile, invece di «A» (senza danni rilevanti): con lo scopo (secondo la versione del Pm) di abbatterla e ricostruirla nuova con un guadagno fin troppo evidente ma ancora tutto da dimostrare. Accusati di falso e violazioni delle norme di edilizia sono Bruna Mastrantonio, madre del dirigente municipale Mario Di Gregorio, Luca Pelliccione, geometra comunale che ha partecipato alla stesura della classificazione dell'immobile, e Giovan Battista Masucci, progettista che ha seguito i lavori di ricostruzione dell'edificio.

Secondo i Pm l'operazione sarebbe avvenute in maniera irregolare. Le indagini del Reparto operativo dei carabinieri avrebbero dimostrato che l'abitazione della donna, che si trova nel quartiere di Valle Pretara, dopo il terremoto aveva avuto danni che, inizialmente erano stati definiti lievi, tanto é vero che c'era stata la classificazione «A»; successivamente, dopo un secondo sopralluogo dei tecnici, si ritennero esserci dei danni gravi, perciò classificati «E». Le lesioni avevano comportato l'abbattimento dell'edificio e l'immediata ricostruzione in tempi stretti rispetto alla media. Sempre stando alle indagini, alla donna, proprietaria della casa, si contesterebbe non solo il raddoppio della cubatura rispetto al precedente fabbricato, ma anche di aver ottenuto un finanziamento di 450 mila euro di cui solo 200 mila realmente spesi.

Nella vicenda sono implicate anche tre persone di Roma accusate di non avere valutato bene il progetto in sede di rilascio del parere. Va comunque precisato che il tribunale del riesame, alcuni mesi fa, aveva tolto i sigilli al fabbricato dopo un ricorso degli indagati. Questo, comunque, non ha impedito alla magistratura inquirente di andare avanti per la propria strada fino alla chiusura delle indagini che prelude (anche se non è scontato) alla richiesta di rinvio a giudizio. Comunque i difensori degli accusati hanno già da tempo presentato delle memorie finalizzate a smontare le tesi accusatorie. Del resto quando si seppe dell'indagine, Di Gregorio sostenne di non avere ricevuto alcun contributo pubblico per le spese e lo stesso Pelliccione si è sempre dichiarato estraneo ai fatti. Finora l'indagine penale è andata avanti su iniziativa della procura e l'unica volta che è passata al vaglio di un giudice (il riesame) ha avuto lo stop. I sospettati sono difesi dagli avvocati Massimo Manieri e Stefano Rossi. Al vaglio della procura della Repubblica, guidata dal Pm Alfredo Rossini ci sono diverse altre indagini simili ma ancora allo stato embrionale.

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