Farmaci scaduti in ambulanza, 11 nei guai 

Si tratta di medici e infermieri del pronto soccorso finiti sotto accusa dopo l’ispezione del Nas su tre mezzi di soccorso

SULMONA. Avrebbero omesso di smaltire una sacca di sangue utilizzata due anni prima, mantenendo all’interno di tre ambulanze di servizio, medicinali, farmaci e dispositivi medici scaduti. Sono le pesanti accuse alle quali dovranno rispondere in undici tra medici e infermieri del pronto soccorso dell’ospedale di Sulmona. Si tratta di Tiziana Zavarella, Salvatore D’Angelo, Alessia D’Annunzio, Maria Di Bacco, Grazia D’Ascanio, Nunzia Di Cesare, Raffaele Stelluti, Marco Storti, Patrizia Ruggero, Lidia Orsini e Maria Cesidia Chiocchio. L’inchiesta portata avanti dal sostituto procuratore Stefano Iafolla ha preso le mosse da un’ispezione del Nucleo antisofisticazione dei carabinieri di Pescara nel luglio 2015 che interessò i locali del pronto soccorso dell’ospedale di Sulmona e le ambulanze di servizio al 118. Nel corso dell’ispezione i carabinieri del Nas rinvennero all’interno di tre ambulanze una sacca di sangue utilizzato due anni prima, 6 farmaci, 13 dispositivi medici e 10 medicinali scaduti di validità. Dal rapporto dei Nas partì un’inchiesta che vide inizialmente indagato il responsabile dell’Uosd Emergenza e Urgenza medica 118, Gino Bianchi, che fu rinviato a giudizio. Nel corso del dibattimento processuale è emerso che la responsabilità e il controllo dei medicinali posti all’interno delle ambulanze è di competenza degli operatori che materialmente intervengono sul posto e che sono tenuti a verificare e controllare la sacca dei medicinali, provvedendo alla restituzione di quelli scaduti alla farmacia dell’ospedale per ottenerne di nuovi in sostituzione. Al termine del dibattimento processuale il giudice Concetta Buccini ha quindi escluso le responsabilità penali dell’imputato aderendo alle richieste formulate sia dal pubblico ministero che dalla difesa, mandando assolto Bianchi.
Nello stesso tempo il giudice ha rimesso gli atti alla Procura per ulteriori indagini che portassero ad accertare eventuali altre responsabilità. E dalle nuove indagini il sostituto procuratore, dopo aver individuato il personale in servizio al Pronto soccorso e al 118 che in quel periodo era impiegato sulle ambulanze, ha inviato a 11 dipendenti, tra medici e infermieri, l’avviso di conclusione delle indagini invitandoli a produrre le proprie memorie difensive.
Secondo i difensori degli indagati, gli avvocati Fabio Liberatore e Alessandro Margiotta, tutte le accuse rivolte al personale finito nel mirino della Procura «sono da ritenersi totalmente infondate», e a tal fine hanno già depositato le memorie difensive al pubblico ministero. Ora spetterà al pm Iafolla decidere se archiviare l’inchiesta o chiedere il rinvio a giudizio degli 11 indagati o di una parte di loro.
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