Fatture false per 35 milioni

In Valle Peligna la centrale di 46 società. Nove denunce

SULMONA. Un giro per oltre 35 milioni di euro, con il coinvolgimento di quarantasei società e la denuncia di nove persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di bancarotta fraudolenta, emissione di fatture per operazioni inesistenti e occultamento e distruzione di documenti contabili.

Sono i contenuti dell'operazione della Finanza di Sulmona, avviata su una colossale evasione fiscale ramificata in tutta Italia, ma partita proprio dalla Valle Peligna. Fatture false girate ad altre ditte che scaricavano in questo modo buona parte dei guadagni realizzati con le loro aziende. Tutto è cominciato da una semplice verifica fiscale su una società edile di Sulmona. Dagli accertamenti si è scoperto che questa ditta aveva allestito una intricata rete di rapporti economici con altre società che avevano sede nelle province di Chieti, Pescara e Bari. 

La ditta di Sulmona, pur non avendo una struttura societaria solida, né dipendenti, realizzava così imponenti operazioni commerciali al solo scopo di permettere alle aziende collegate di evadere il fisco. Documentazione che aveva fatto sparire con la distruzione delle scritture contabili e fiscali, e con il contemporaneo trasferimento della sede legale in Romania.  In seguito alle indagini svolte anche in Romania, la guardia di finanza è riuscita a scoprire che il trasferimento della sede era stato fittizio.

Da qui la denuncia all'autorità giudiziaria dei vari amministratori che si sono succeduti nel tempo. Dirigenti che sono finiti nei guai per una evasione fiscale di circa 4 milioni di euro, oltre alla distruzione dei documenti per impedire l'accertamento di quanto dovuto all'Erario.  Da Sulmona, gli investigatori sono risaliti al meccanismo delle società fittizie, costituite solo per soddisfare, attraverso un sistema di fatture per operazioni inesistenti, i tornaconti (formazione di indebiti costi e crediti Iva) di altre imprese operanti in vari settori e dislocate su tutto il territorio nazionale. 

Gli accertamenti hanno permesso di individuare nove soggetti, ritenuti i principali organizzatori del sodalizio criminale a cui sarebbero riconducibili, a vario titolo, le società coinvolte nel sistema fraudolento. Dai controlli incrociati e dalle numerose informazioni acquisite, i finanzieri hanno individuato 44 imprese che utilizzavano le fatture false emesse da due società fittizie.  In questo modo sono stati recuperati circa 9 milioni di euro di costi non deducibili, perché documentati da fatture false, e oltre 3,7 milioni di euro di Iva evasa, nonché il recupero a tassazione di circa 9 milioni di base imponibile ai fini dell'Irap. 

Durante l'attività di polizia giudiziaria, la procura della repubblica di Sulmona ha disposto il sequestro di tutte le fatture oggetto della frode fiscale, e il sequestro, per la successiva clonazione, degli hard disk di un centro elettrocontabile.

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