Febbre suina, un'altra vittima nella famiglia di Sulmona

Dopo Maria Lucia, morta un mese fa, si arrende anche Sonia. Ricoverato il padre, allerta tra i vicini di casa

SULMONA. La febbre suina non le ha lasciato scampo. Sonia Ferrante, 50 anni, è morta ieri all’alba. La donna, residente nella frazione della Badia di Sulmona, non ce l’ha fatta a superare la gravissima infezione causata dal virus A/H1N1 da cui era rimasta contagiata circa un mese fa insieme alla sorella Maria Lucia di 53 anni, deceduta per la stessa causa all’ospedale di Sulmona lo scorso 28 febbraio. Sonia Ferrante è morta al policlinico Umberto I di Roma dove era stata trasferita dopo il peggioramento del suo quadro clinico. I medici dell’ospedale romano hanno sperato fino all’ultimo di poterla strappare alla morte, ma a causa di un improvviso peggioramento delle condizioni, il suo fisico già debilitato in seguito alla malattia, non ha retto e il cuore ha smesso di battere.

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La morte della 50enne, avvenuta appena qualche giorno dopo il decesso della sorella e il ricovero in ospedale del padre – sembrerebbe sempre a causa della stessa infezione – ha destato grande allarme e preoccupazione tra i residenti della piccola frazione ai piedi del monte Morrone. Quando ieri mattina, la campana della piccola chiesa ha annunciato con i lenti rintocchi che anche Sonia non era riuscita a sconfiggere la malattia, molti residenti si sono raccolti in preghiera. Nei loro volti dolore ma anche ansia e preoccupazione per questo virus influenzale che ha devastato un’intera famiglia. E cresce l’allarme che ora neppure le rassicurazioni arrivate dalla Asl riescono a tenere a freno. L’azienda sanitaria aveva infatti escluso ispezioni e la messa in quarantena dei parenti delle due donne.

«Abbiamo dato prontamente comunicazione al Ministero, all’Istituto superiore di sanità e all’assessorato alla Salute della Regione Abruzzo, così come previsto», aveva scritto la Asl in un comunicato, «mentre non sono previste per conviventi specifiche misure di profilassi (quarantena o isolamento). Non è prevista, altresì, la segnalazione ai Nas, né al sindaco, in quanto tale malattia non rientra tra quelle per cui sono necessarie, per l’appunto, misure di isolamento, chiusura ambienti e disinfezione locali».

Rassicurazione che ora sembrano stridere con questo secondo decesso. Anche il Tribunale per i diritti del malato era intervenuto sulla vicenda chiedendo al commissario prefettizio e alla Procura di accertare se fossero state adottate tutte le misure di prevenzione. Ma sempre secondo la Asl si tratta di eventi sporadici, ma pur sempre possibili, che non dovrebbero, in alcun modo, allarmare la popolazione.

Nel periodo 2014-15, in Italia, sono stati segnalati 485 casi gravi e 160 decessi da febbre suina.

Claudio Lattanzio

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