Federico diventa prete È il primo dopo 4 anni

Palmerini (figlio dell’ex vicesindaco Goffredo) sarà ordinato il 13 settembre I precedenti: nel 2010 un colombiano, l’anno prima don Pino (l’ultimo aquilano)

L’AQUILA. Dopo quattro anni di stop riprendono le ordinazioni presbiterali nell’arcidiocesi metropolitana dell’Aquila.

Sabato 13 settembre alle 18, nella chiesa parrocchiale di San Francesco d’Assisi a Pettino, per l’imposizione delle mani dell’arcivescovo Giuseppe Petrocchi, il diacono aquilano Federico Palmerini, 27 anni, figlio dell’ex vicesindaco Goffredo, diventerà sacerdote.

Paganichese, figlio spirituale di don Dante Di Nardo, Palmerini, sempre il 13 settembre, ma del 2010, riceveva l’ammissione agli ordini sacri nella chiesa degli Angeli Custodi di Paganica dove, il 26 ottobre 2013, è stato ordinato diacono. La comunità parrocchiale di Pettino, che ha accolto con gioia l’annuncio, si sta preparando con impegno all’appuntamento.

Si tratta della prima ordinazione sacerdotale dell’arcivescovo Petrocchi dal suo arrivo all’Aquila, dove è stato nominato l’8 giugno 2013 proveniente dalla diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno.

L’ultimo precedente risale al 29 giugno 2010, quando, sempre nella chiesa di Pettino, l’allora metropolita Giuseppe Molinari ordinò sacerdote il colombiano Jesus Iban Munoz Gallardo poi nominato amministratore parrocchiale di Aragno. Da allora più nulla. Risale invece a un anno prima, al primo novembre 2009, l’ultima ordinazione di un aquilano in ordine di tempo, quella di don Gennaro Pino Del Vecchio oggi viceparroco di Pettino.

Intanto, sul fronte Perdonanza, secondo quanto si è appreso in ambienti curiali, potrebbe esserci un avvicendamento tra il canonico Daniele Pinton e il sacerdote bergamasco ex braccio destro di Giovanni D’Ercole don Vito Isacchinel ruolo di «maestro delle cerimonie». Isacchi, che non ha seguito l’ex ausiliare ad Ascoli, è stato di recente nominato parroco di Assergi, dove si erano registrati episodi di offese di stampo razzista nei confronti del sacerdote africano don José Obama Abuy.

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