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Castel di Ieri
Feste a rischio, disertata la messa
Fedeli contro le disposizioni della curia. Il sindaco: trovare soluzioni
CASTEL DI IERI. Le tradizioni religiose sono a rischio e i fedeli disertano la messa domenicale. Questo il primo passo dei residenti di Castel di Ieri dopo una riunione spontanea nata per mettere in campo strategie per difendere le proprie tradizioni.
A scatenare le ire della popolazione sono le nuove disposizioni della curia.
La diocesi prevede, tra l’altro, l’abolizione di tutte le feste che si svolgono nella settimana di Pasqua. Disposizione che se applicata nel centro della Valle Subequana causerebbe la decadenza della festa della Madonna di Pietrabona e dell’ottava di San Donato, patrono del centro montano. «Dobbiamo trovare delle soluzioni», ha dichiarato il sindaco Fernando Fabrizio, «aprendo un dialogo esteso a tutto il territorio, perché la questione può interessare anche altri paesi, ma soprattutto è necessario evitare prese di posizione troppo nette e pensare ai tanti sacrifici che i residenti fanno per mantenere vive le tradizioni religiose».
Nel vademecum della curia, oltre ai punti citati, si vieta la possibilità di fare feste patronali locali, che devono dare la precedenza a quelle del calendario, la consegna degli eventuali avanzi di gestione dei Comitati feste alla parrocchia e l’eliminazione di quegli aspetti delle tradizioni religiose troppo in odore di paganesimo. «Siamo compatti nel chiedere di poter continuare a celebrare le festività patronali secondo le nostre antiche tradizioni», ha detto Simone Di Benedetto, tra gli intervenuti alla riunione. Con lui altri residenti che hanno anche affisso anche dei manifesti: “Per 264 anni Cristo e San Donato hanno festeggiato insieme e non hanno mai litigato”, recita uno di questi.
A fine serata è stato stilato un documento di azioni da mettere in campo che prevedono: la realizzazione di un Comitato feste esteso a tutto il paese per organizzare le prossime celebrazioni, a partire da San Donato, impegnarsi per informare di quanto sta accadendo persino il papa, organizzare riunioni con tutti rappresentanti di tutti i paesi, raccogliere le firme e disertare la messa. Come avvenuto ieri. (f.c.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
A scatenare le ire della popolazione sono le nuove disposizioni della curia.
La diocesi prevede, tra l’altro, l’abolizione di tutte le feste che si svolgono nella settimana di Pasqua. Disposizione che se applicata nel centro della Valle Subequana causerebbe la decadenza della festa della Madonna di Pietrabona e dell’ottava di San Donato, patrono del centro montano. «Dobbiamo trovare delle soluzioni», ha dichiarato il sindaco Fernando Fabrizio, «aprendo un dialogo esteso a tutto il territorio, perché la questione può interessare anche altri paesi, ma soprattutto è necessario evitare prese di posizione troppo nette e pensare ai tanti sacrifici che i residenti fanno per mantenere vive le tradizioni religiose».
Nel vademecum della curia, oltre ai punti citati, si vieta la possibilità di fare feste patronali locali, che devono dare la precedenza a quelle del calendario, la consegna degli eventuali avanzi di gestione dei Comitati feste alla parrocchia e l’eliminazione di quegli aspetti delle tradizioni religiose troppo in odore di paganesimo. «Siamo compatti nel chiedere di poter continuare a celebrare le festività patronali secondo le nostre antiche tradizioni», ha detto Simone Di Benedetto, tra gli intervenuti alla riunione. Con lui altri residenti che hanno anche affisso anche dei manifesti: “Per 264 anni Cristo e San Donato hanno festeggiato insieme e non hanno mai litigato”, recita uno di questi.
A fine serata è stato stilato un documento di azioni da mettere in campo che prevedono: la realizzazione di un Comitato feste esteso a tutto il paese per organizzare le prossime celebrazioni, a partire da San Donato, impegnarsi per informare di quanto sta accadendo persino il papa, organizzare riunioni con tutti rappresentanti di tutti i paesi, raccogliere le firme e disertare la messa. Come avvenuto ieri. (f.c.)
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