Fisco, il pm dell'Aquila chiede il processo per Cialente

Il pubblico ministero: non pagò ritenute quando era presidente dell’Accademia dell’Immagine. La replica: le accuse cadranno

L’AQUILA. Grana giudiziaria per il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, il quale è comparso ieri mattina davanti al giudice per le udienze preliminari, in seguito alla richiesta di rinvio a giudizio per reati fiscali.

L’imputazione fa riferimento a quando Cialente era presidente dell’Accademia dell’Immagine, e in tale veste egli era responsabile legale di quella società.

Il pm Antonietta Picardi per quei fatti che furono accertati dalla Guardia di Finanza nell’ottobre 2010, ha chiesto di processare l’amministratore pubblico. Secondo l’accusa, contestatissima da parte del legale del sindaco, Cialente avrebbe «omesso di versare nei termini previsti per la presentazione della dichiarazione annuale del modulo 770, ritenute alla fonte relative a emolumenti erogati nell’anno di imposta 2007 per un ammontare complessivo di 111mila euro».

Ieri, dunque, c’è stata una prima discussione in udienza nella quale il sindaco e il suo avvocato Carlo Benedetti, hanno fatto le prime controdeduzioni. Essi, infatti, hanno sostenuto che l’omesso pagamento è comunque addebitabile al fatto che un sostanzioso contributo regionale che era atteso per l’istituzione culturale non fu mai erogato e, pertanto, non fu possibile mettersi in regola sotto il profilo fiscale. L’impressione a fine udienza è stata che qualora si dimostrasse che i soldi non fossero stati (all’epoca dei fatti) nelle disponibilità dell’Accademia il caso potrebbe finire in archivio. Infatti il giudice Giuseppe Romano Gargarella ha fissato una nuova udienza a giugno nella quale si faranno nuove valutazioni sulla scorta delle documentazioni che verranno prodotte.

Ma la difesa pone anche altre obiezioni. A cominciare dal fatto che Cialente, all’epoca deputato, era presidente onorario e non percepiva alcun emolumento. Inoltre Cialente non si era mai occupato della gestione e tantomeno aveva mai staccato assegni ma aveva funzioni di rappresentanza in manifestazioni ufficiali. Per questa ragione è stato anche esibito lo statuto dell’Accademia che, secondo la difesa, nell’articolo 19 delimita non poco quello che poteva essere il ruolo dell’attuale sindaco dell’Aquila fermo restando che quella Istituzione fu voluta dalla Regione e i contributi di quell’ente sono decisivi. Semmai, sempre secondo la difesa, le mansioni di indirizzo gestionale sono di pertinenza del direttore generale.

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