l’altro progetto 

Fondazione Carispaq tratta l’acquisto del Villino Cimarosa

AVEZZANO. Correva l’anno 2011 quando l’allora sindaco Antonio Floris mise in agenda il passaggio dello storico Villino Cimarosa, nel quartiere di Borgo Pineta (o Concentramento), nelle mani della...

AVEZZANO. Correva l’anno 2011 quando l’allora sindaco Antonio Floris mise in agenda il passaggio dello storico Villino Cimarosa, nel quartiere di Borgo Pineta (o Concentramento), nelle mani della Fondazione Carispaq. Ma senza alcun esito. Nel 2013 ci provò il suo successore, Giovanni Di Pangrazio, a tentare il recupero di quel pezzo di storia della città, però l’asta andò a vuoto. Adesso il progetto per il recupero dello stabile, prima che si disintegri completamente, è stato rimesso in cantiere dall’attuale primo cittadino, Gabriele De Angelis.
Disegno che anni fa è stato fortemente contestato dalla Federarchitetti L’Aquila.
«La Fondazione Carispaq», afferma il sindaco, «ha formulato una manifestazione di interesse chiarissima finalizzata al recupero e alla valorizzazione del Villino Cimarosa, per farlo diventare un vero e proprio fiore alloocchiello del quartiere e di Avezzano. Siamo in fase di trattativa avanzata con il presidente Marco Fanfani e gli organismi dirigenti della Fondazione: contiamo di chiudere la partita al più presto».
L’operazione di vendita del Villino Cimarosa, oltre alla riqualificazione dell’immobile sottoposto a vincolo architettonico, se non vi saranno intoppi, dovrebbe portare nelle casse del Comune di Avezzano una somma pari a circa 240mila euro: fondi che l’amministrazione De Angelis intende destinare alla seconda tranche di interventi nell’area di piazza Risorgimento, relativi al primo pezzo dell’isola pedonale in formula permanente. La struttura si trova in uno stato di totale degrado ed è pericolante.
Il Villino Cimarosa è ubicato in un’area molto popolata, con la presenza di uffici e scuole, accanto alla chiesa di Madonna del Passo. Segnato dal fuoco, dagli assalti dei vandali e dall’incuria del tempo, nel 2016, grazie a un intervento d’urgenza del Settore infrastrutture, lavori pubblici e patrimonio del Comune, quell’immobile pericolante che rappresentava un rischio evidente per la sicurezza dei cittadini, era stato liberato dalla pericolosa e inquinante copertura in cemento-amianto.
La storia del Villino Cimarosa è legata a quella del campo di concentramento, alla Grande guerra e alla tragedia del terremoto del 1915. All’inizio del primo conflitto mondiale, il governo italiano decise di aprire un campo di concentrazione per i prigionieri austro-ungarici, per essere poi impiegati nella ricostruzione dell’abitato. Nel 1916 fu realizzato il Villino Cimarosa, testimonianza di ciò che resta dell’antico campo di concentramento. La struttura fu adibita a ufficio-magazzino del Genio militare. Nella Seconda guerra mondiale, il Villino ospitò il comando tedesco di stanza in città. Per diverso tempo, poi, accolse un asilo. Prima del declino. (m.s.)
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