Foto nuda su facebook a 14 anni, undici minorenni indagati a Sumona

Accusati di divulgazione di materiale pedopornografico, 7 ragazzine coinvolte rischiano il rinvio a giudizio per avere diffuso foto anche sui telefonini

SULMONA. Una foto senza veli scattata da una 14enne e pubblicata per alcune ore su facebook. All’inizio sembrava un gioco figlio delle distorsioni e delle contraddizioni di un mondo giovanile che utilizza internet in maniera disinibita e fuori da ogni controllo.

Poi le immagini sono finite, in pochi giorni, sui telefonini di mezza città, tanto da far scattare le indagini dei carabinieri per diffusione di materiale pedopornografico.

Era l’inizio dell’anno quando una trentina di ragazzi di Sulmona e dei paesi del circondario, quasi tutti minorenni, hanno dovuto raggiungere la caserma dei carabinieri per spiegare da chi avessero avuto quelle foto.

L’altro giorno, undici di loro – sette ragazze e quattro ragazzi – hanno ricevuto formalmente l’avviso di conclusioni delle indagini da parte della procura del tribunale dei minorenni dell’Aquila.

I minorenni sono quasi tutti di Sulmona, con due ragazze di Pratola e Bugnara e un giovane di Pettorano sul Gizio. Per tutti l’accusa è di divulgazione di materiale pedopornografico.

Una ragazza 16enne, anche lei di Sulmona e amica della minorenne fotografata senza veli, è ritenuta responsabile di aver aperto l’account sotto falso nome su facebook, in cui sono state postate le foto incriminate.

Dalle indagini portate avanti con la massima discrezione dai carabinieri di Sulmona, è emerso che tutto sarebbe partito dalle pressanti richieste di un giovane che all’epoca dei fatti era 17enne, ora diventato maggiorenne, il quale non si sarebbe accontentato di un autoscatto in cui la sua amica 14enne appariva seminuda. «Mandamene un’altra in cui si vede qualcosa di più», sarebbe stata la sua ulteriore richiesta. E dopo aver tentennato a lungo, la giovane lo avrebbe accontentato spedendogli tramite whatsapp la nuova immagine senza veli.

Foto che in poco tempo, sarebbe finita tra i banchi di scuola, tanto da indurre la preside di un istituto scolastico cittadino ad avviare un’inchiesta interna per risalire ai responsabili che avevano divulgato la foto pornografica tra gli studenti. Poi su altri telefonini e sulla pagina di Facebook, fino a quando sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Sulmona.

Ora i giovani indagati hanno 15 giorni di tempo per produrre memorie difensive.

Quindi scatterà da parte del pubblico ministero del tribunale dei minorenni dell’Aquila, Antonio Altobelli, la richiesta di rinvio a giudizio.

Claudio Lattanzio

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