Frazioni, più soldi per le case non abitate

Cantine, pagliai e stalle: ecco la norma che incrementa il contributo per completare gli aggregati

L’AQUILA. Una svolta nel delicato processo di rinascita delle frazioni colpite dal terremoto. L’Ufficio speciale per la ricostruzione (Usra) ha emanato, il 20 dicembre scorso, il decreto 7 che fissa nuove regole per la ricostruzione dei centri storici, con particolare riferimento alle frazioni. La norma alza il livello di contributo ammissibile a finanziamento per tutte le unità immobiliari non residenziali, come pagliai, stalle, cantine o locali svincolati dalle abitazioni per i quali, finora, veniva riconosciuto un contributo di 420 euro a metro quadrato, il 60 per cento in meno rispetto alla somma stabilita per le ristrutturazioni delle abitazioni danneggiate, ovvero 700 euro a metro quadro.

«È stato posto rimedio», spiega l’assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano, «a un assunto del precedente titolare dell’Usra che, con una decisione incomprensibile e tutta da valutare, anche giuridicamente, aveva tagliato risorse alla ricostruzione dei centri storici e delle frazioni». Così, aggregati formati da case, stalle e pagliai rischiavano di vedersi riconosciuto, per la parte non abitativa, un contributo talmente esiguo da consentire il rifacimento della sola struttura in cemento armato, senza neppure le tamponature. «La nuova norma innalza i livelli di contribuzione», chiarisce Di Stefano, «consentendo il completamento degli aggregati».

Scendendo nei dettagli tecnici, finora veniva riconoscuto un contributo di 700 euro a metro quadro, fatta eccezione per tutti gli edifici non abitativi, che nelle frazioni e nei centri storici sono numerosissimi. Il decreto a firma dell’ingegner Raniero Fabrizi, che ha recepito le istanze presentate dai presidenti di alcuni aggregati di Onna tramite Onna onlus, San Gregorio rinasce e alcuni tecnici che lavorano alla ricostruzione, fissa nuovi parametri: il contributo riconosciuto ammonterà a 1.000 euro a metro quadrato per le abitazioni che, per le superfici non residenziali, scenderà a 600 euro «consentendo interventi completi e non a macchia di leopardo», aggiunge Di Stefano, «e consentendo un recupero integrale degli aggregati e, di conseguenza, dei centri storici».

Restano in piedi anche le misure auspicate dalla senatrice Pd Stefania Pezzopane, contenute in alcuni emendamenti e che verranno riproposte al governo per agevolare la rinascita dei centri minori colpiti dal terremoto. In particolare, è prevista la possibilità per i comuni abruzzesi inseriti nel cratere sismico delineato in seguito agli eventi sismici del 24 agosto e del 30 ottobre scorso, di usufruire della normativa prevista nell’ultimo decreto, che stabilisce l’indennizzo al 100% anche per le seconde case, con inserimento immediato nella graduatoria. Altra misura, la possibilità di beneficiare di nuovi fondi per le abitazioni danneggiate nel 2009, che hanno subìto il sisma del 2016.(m.p.)

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